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CEI 1974 - Antico Testamento - Libri Sapienziali - Sapienza - 4

Sapienza

4 1 Meglio essere senza figli e avere la virtù,
poiché nel ricordo di questa c`è immortalità,
per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
2 Presente è imitata; assente è desiderata;
nell`eternità trionfa, cinta di corona,
per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia.
3 La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla;
e dalle sue bastarde propaggini
non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura.
4 Anche se per qualche tempo mette gemme sui rami,
i suoi germogli precari saranno scossi dal vento
e sradicati dalla violenza delle bufere.
5 Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri;
il loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare,
e a nulla servirà.
6 Infatti i figli nati da unioni illegali
attestano la perversità dei genitori nel giudizio di essi.
Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
4,7-8 In antico, la longevità era considerata dono divino e la morte prematura un castigo dei peccati.
8 Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
9 ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e un`età senile è una vita senza macchia.
Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
4,10-11 Trasferito, cioè rapito come gli antichi santi: cfr. Gn 5, 24. cfr2 Re 2, 1. cfr. Eb 11, 5-6.
11 Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l`inganno non ne traviasse l`animo,
12 poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
13 Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
14 La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
15 che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi.
16 Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell`ingiusto.
Insipienza degl` increduli
17 Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
né in vista di che cosa il Signore l`ha posto al sicuro.
18 Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
19 Infine diventeranno un cadavere spregevole,
oggetto di scherno fra i morti per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li schianterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
20 Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si alzeranno contro di essi per accusarli.

Note al testo

4,7-8 In antico, la longevità era considerata dono divino e la morte prematura un castigo dei peccati.
4,10-11 Trasferito, cioè rapito come gli antichi santi: cfr. Gn 5, 24. cfr2 Re 2, 1. cfr. Eb 11, 5-6.