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CEI 1974 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - 1 Corinzi - 5

1 Corinzi

5 Si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre.
5,1 Si tratta forse della matrigna; il padre doveva esser morto. La convivenza era condannata dalla legge ebraica (cfr. Lv 18, 8) e da quella romana.
2 E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti, in modo che si tolga di mezzo a voi chi ha compiuto una tale azione!
3 Orbene, io, assente col corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione:
4 nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio spirito, con il potere del Signore nostro Gesù,
questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinchè il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore.
Evitare i cattivi cristiani
5,5 Il castigo non tende ad annientare spiritualmente il peccatore, ma è per la sua salvezza: cfr. 11, 32.
6 Non è una bella cosa il vostro vanto. Non sapete che un pò di lievito fa fermentare tutta la pasta?
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
5,7-8 Prima della celebrazione pasquale gli Ebrei distruggevano ogni traccia di pane fermentato e per le feste mangiavano soltanto pane azzimo. Cristo è la Pasqua, cioè l’agnello pasquale ( cfr. Gv 19,36) immolato per la nostra salvezza.
8 Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità.
Vi ho scritto nella lettera precedente di non mescolarvi con gli impudichi.
5,9 Questa lettera è andata perduta.
10 Non mi riferivo però agli impudichi di questo mondo o agli avari, ai ladri o agli idolàtri: altrimenti dovreste uscire dal mondo!
11 Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non dovete neanche mangiare insieme.
12 Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non sono quelli di dentro che voi giudicate?
Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi!
5,13 Cfr. Dt 13, 5: è la scomunica; cfr. Gv 9, 22.

Note al testo

5,1 Si tratta forse della matrigna; il padre doveva esser morto. La convivenza era condannata dalla legge ebraica (cfr. Lv 18, 8) e da quella romana.
5,5 Il castigo non tende ad annientare spiritualmente il peccatore, ma è per la sua salvezza: cfr. 11, 32.
5,7-8 Prima della celebrazione pasquale gli Ebrei distruggevano ogni traccia di pane fermentato e per le feste mangiavano soltanto pane azzimo. Cristo è la Pasqua, cioè l’agnello pasquale ( cfr. Gv 19,36) immolato per la nostra salvezza.
5,9 Questa lettera è andata perduta.
5,13 Cfr. Dt 13, 5: è la scomunica; cfr. Gv 9, 22.