Atti degli Apostoli
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Interconfessionale
CEI 1974
19
Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell`altopiano, giunse a Efeso. Qui trovò alcuni discepoli
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AtMentre Apollo si trovava a Corinto, Paolo attraversò le regioni montuose dell’Asia Minore e arrivò alla città di Efeso. Qui trovò alcuni *discepoli
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e disse loro: "Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?". Gli risposero: "Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo".
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19,3 Ed egli disse: "Quale battesimo avete ricevuto?". "Il battesimo di Giovanni", risposero.
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AtPaolo domandò loro ancora:
— Ma che battesimo avete ricevuto?
Quelli risposero:
— Il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
— Ma che battesimo avete ricevuto?
Quelli risposero:
— Il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
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19,4 Disse allora Paolo: "Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù".
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AtAllora Paolo spiegò loro:
— Battezzando, Giovanni invitava il popolo a cambiare vita e a credere in colui che doveva venire dopo di lui, cioè in Gesù.
— Battezzando, Giovanni invitava il popolo a cambiare vita e a credere in colui che doveva venire dopo di lui, cioè in Gesù.
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AtDopo questa spiegazione i discepoli di Efeso si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù.
Rimandi
19,5
battezzare nel nome del Signore Gesù At 2,38+.
Note al Testo
19,5-7
Come Atti 16,25-34 (vedi nota), anche l’episodio dei discepoli di Efeso si rivela come un modello di iniziazione cristiana, con una forte caratterizzazione del battesimo cristiano nei confronti di quello di Giovanni il Battezzatore, il precursore.
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19,6 e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano.
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19,8 Entrato poi nella sinagoga, vi potè parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori circa il regno di Dio.
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19,9 Ma poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere dicendo male in pubblico di questa nuova dottrina, si staccò da loro separando i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno.
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AtC’erano però alcuni che si dimostravano ostinati e si rifiutavano di credere; anzi, in pubblico, parlavano male della fede cristiana. Allora Paolo li abbandonò e separò nettamente i cristiani dalla sinagoga. Ogni giorno si metteva a discutere nella scuola di un tale che si chiamava Tiranno.
Rimandi
19,9
separazione At 13,46; 18,6-7; cfr. 2 Cor 6,17.
Note al Testo
19,9
fede cristiana (= via; dottrina): vedi nota a 9,2.
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Questo durò due anni, col risultato che tutti gli abitanti della provincia d`Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore.
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19,12 al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano.
Gli esorcisti Giudei
Gli esorcisti Giudei
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AtLa gente prendeva fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con Paolo, li metteva sopra i malati e questi guarivano. Anche gli *spiriti maligni uscivano dai malati.
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19,13 Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch`essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: "Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica".
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AtAllora alcuni Ebrei che andavano in giro a scacciare gli spiriti maligni dai malati pensarono di servirsi del nome del Signore Gesù nei loro scongiuri. Dicevano agli spiriti maligni: «Nel nome di quel Gesù che Paolo predica, io vi comando di uscire da questi malati».
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At19,14Così facevano, ad esempio, i sette figli di un certo Sceva, Ebreo e capo dei *sacerdoti.
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19,16 E l`uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite.
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At19,16Poi l’uomo posseduto dallo spirito maligno si scagliò contro di loro e li afferrò: li picchiò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e pieni di ferite.
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19,17 Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e dai Greci che abitavano a Efeso e tutti furono presi da timore e si magnificava il nome del Signore Gesù.
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AtTutti gli abitanti di Efeso, Ebrei e Greci, vennero a sapere questo fatto. Furono pieni di meraviglia e dicevano: «Il Signore Gesù è grande!».
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19,18 Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche magiche
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AtMolti di quelli che erano diventati cristiani venivano e riconoscevano davanti a tutti il male che avevano fatto.
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e un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e trovarono che era di cinquantamila dramme d`argento.
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At19,19Altri che avevano praticato la magia portarono i loro libri e li bruciavano davanti a tutti. Il valore di quei libri, secondo i calcoli fatti, era di circa cinquantamila monete d’argento.
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Dopo questi fatti, Paolo si mise in animo di attraversare la Macedonia e l`Acaia e di recarsi a Gerusalemme dicendo: "Dopo essere stato là devo vedere anche Roma".
19,21
Cfr. Rm 1, 11-15. cfr. Rm 15,20-23.
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AtDopo questi fatti, Paolo decise di attraversare le province della Macedonia e della Grecia, e poi andare a Gerusalemme. Diceva: «Prima vado a Gerusalemme, poi dovrò andare anche a Roma».
Rimandi
19,21
progetto di viaggio a Gerusalemme e a Roma At 23,11; Rm 1,13; 15,23; cfr. 2 Cor 1,15-16.
Note al Testo
19,21
All’interno del suo terzo viaggio missionario Paolo esprime il proposito di farne un altro, quello che lo porterà a Roma, città del suo martirio. L’espressione poi dovrò andare esprime la coscienza che i futuri avvenimenti sono voluti dal Signore.
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19,22 Inviati allora in Macedonia due dei suoi aiutanti, Timòteo ed Erasto, si trattenne ancora un pò di tempo nella provincia di Asia.
Tumulto in Efeso
Tumulto in Efeso
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Verso quel tempo scoppiò un gran tumulto riguardo alla nuova dottrina.
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19,24 Un tale, chiamato Demetrio, argentiere, che fabbricava tempietti di Artèmide in argento e procurava in tal modo non poco guadagno agli artigiani,
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19,25 li radunò insieme agli altri che si occupavano di cose del genere e disse: "Cittadini, voi sapete che da questa industria proviene il nostro benessere;
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At19,25Egli radunò gli orafi e tutti gli artigiani che facevano un mestiere del genere e disse loro: «Cittadini, voi sapete che questo lavoro è la fonte del nostro benessere.
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19,26 ora potete osservare e sentire come questo Paolo ha convinto e sviato una massa di gente, non solo di Efeso, ma si può dire di tutta l`Asia, affermando che non sono dei quelli fabbricati da mani d`uomo.
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AtMa avete sentito dire che questo Paolo continua a ripetere che non sono divinità quelle che noi facciamo con le nostre mani. E così, ha convinto e portato fuori strada molta gente, non solo qui a Efeso ma in quasi tutta l’Asia Minore.
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19,27 Non soltanto c`è il pericolo che la nostra categoria cada in discredito, ma anche che il santuario della grande dea Artèmide non venga stimato più nulla e venga distrutta la grandezza di colei che l`Asia e il mondo intero adorano".
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At19,27Dunque c’è il pericolo che il nostro mestiere vada in rovina. Ma c’è di più: nessuno si interessa più del tempio della grande dea Artèmide; la dea che l’Asia e il mondo intero adorano perderà la sua grandezza».
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19,28 All`udire ciò s`infiammarono d`ira e si misero a gridare: "Grande è l`Artèmide degli Efesini!".
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At19,28Sentendo questo discorso tutti si accesero di collera e si misero a gridare: «Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!».
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19,29 Tutta la città fu in subbuglio e tutti si precipitarono in massa nel teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco macèdoni, compagni di viaggio di Paolo.
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At19,30Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i cristiani di Efeso non glielo permisero.
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19,31 Anche alcuni dei capi della provincia, che gli erano amici, mandarono a pregarlo di non avventurarsi nel teatro.
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AtAnche alcuni funzionari della provincia dell’Asia, amici di Paolo, gli mandarono a dire di non andare al teatro.
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19,32 Intanto, chi gridava una cosa, chi un`altra; l`assemblea era confusa e i più non sapevano il motivo per cui erano accorsi.
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At19,32Intanto, al teatro chi gridava una cosa chi un’altra. Nell’*assemblea vi era una grande confusione e la maggior parte della gente non sapeva neppure per quale motivo era andata là.
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19,33 Alcuni della folla fecero intervenire un certo Alessandro, che i Giudei avevano spinto avanti, ed egli, fatto cenno con la mano, voleva tenere un discorso di difesa davanti al popolo.
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19,34 Appena s`accorsero che era Giudeo, si misero tutti a gridare in coro per quasi due ore: "Grande è l`Artèmide degli Efesini!".
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At19,34Ma appena si accorsero che era Ebreo, tutti cominciarono a gridare: «Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!», e gridarono in coro per quasi due ore.
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Alla fine il cancelliere riuscì a calmare la folla e disse: "Cittadini di Efeso, chi fra gli uomini non sa che la città di Efeso è custode del tempio della grande Artèmide e della sua statua caduta dal cielo?
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At19,35Alla fine il cancelliere della città riuscì a calmare la folla e disse: «Cittadini di Efeso, tutti sanno che la nostra città custodisce il tempio della grande dea Artèmide e che la sua statua è stata a noi donata dal cielo!
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19,36 Poiché questi fatti sono incontestabili, è necessario che stiate calmi e non compiate gesti inconsulti.
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At19,36Nessuno al mondo può contestare questi fatti! State dunque calmi e non fate azioni imprudenti.
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19,37 Voi avete condotto qui questi uomini che non hanno profanato il tempio, né hanno bestemmiato la nostra dea.
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At19,37Voi avete trascinato qui questi uomini, ma essi non hanno derubato il tempio e non hanno bestemmiato contro la nostra dea.
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19,38 Perciò se Demetrio e gli artigiani che sono con lui hanno delle ragioni da far valere contro qualcuno, ci sono per questo i tribunali e vi sono i proconsoli: si citino in giudizio l`un l`altro.
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At19,38Può darsi che Demetrio e i suoi colleghi di lavoro abbiano qualche diritto da rivendicare contro qualcuno, ma per questo ci sono i tribunali e i giudici. Vadano dunque in tribunale a esporre le loro accuse.
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At19,39Se invece avete qualche altra questione da discutere, si deciderà in una assemblea legalmente costituita.
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19,40 C`è il rischio di essere accusati di sedizione per l`accaduto di oggi, non essendoci alcun motivo per cui possiamo giustificare questo assembramento".
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At19,40Per i fatti di oggi, c’è il pericolo di essere accusati di aver provocato disordini. Non c’è nessun motivo che possa giustificare questa riunione». Con queste parole il cancelliere della città sciolse l’assemblea.