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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Storici - 1 Samuele - 25

1 Samuele

25 Samuele morì, e tutto Israele si radunò e fece il lamento su di lui. Lo seppellirono presso la sua casa a Rama. Davide si alzò e scese verso il deserto di Paran.
25,1-44 Nabal, Abigàil e Davide
Paran: si trova molto più a sud della regione in cui è ambientato il racconto. È preferibile, con i LXX, leggere Maon, come al v. seguente (e già prima: vedi nota a 23,24).
Vi era a Maon un uomo che possedeva beni a Carmel; costui era molto ricco, aveva tremila pecore e mille capre e si trovava a Carmel per tosare il gregge.
25,2 Carmel: situata a sud di Ebron, come Maon.
Quest'uomo si chiamava Nabal e sua moglie Abigàil. La donna era assennata e di bell'aspetto, ma il marito era rude e di brutte maniere; era un Calebita.
25,3 Nabal: apparteneva al clan di Caleb (vedi Gs 15,13-19; Gdc 1,10-15). Il suo nome vuol dire “pazzo, insensato”, come spiegherà sua moglie Abigàil (v. 25). E tale sarà il suo comportamento. La stoltezza sarà causa della sua morte (vv. 37-39).
4Davide nel deserto sentì che Nabal era alla tosatura del gregge.
5Allora Davide inviò dieci domestici; Davide disse a questi domestici: "Salite a Carmel, andate da Nabal e chiedetegli a mio nome se sta bene.
6Voi direte così al mio fratello: "Pace a te e pace alla tua casa e pace a quanto ti appartiene!
7Ho sentito appunto che stanno facendo per te la tosatura. Ebbene, quando i tuoi pastori sono stati con noi, non abbiamo recato loro alcuna offesa e niente è stato loro sottratto finché sono stati a Carmel.
8Interroga i tuoi domestici e ti informeranno. Questi domestici trovino grazia ai tuoi occhi, perché siamo giunti in un giorno lieto. Da', ti prego, quanto puoi dare ai tuoi servi e al tuo figlio Davide"".
9I domestici di Davide andarono e fecero a Nabal tutto quel discorso a nome di Davide e attesero.
10Ma Nabal rispose ai servi di Davide: "Chi è Davide e chi è il figlio di Iesse? Oggi sono troppi i servi che vanno via dai loro padroni.
11Devo prendere il pane, l'acqua e la carne che ho preparato per i tosatori e darli a gente che non so da dove venga?".
12I domestici di Davide rifecero la strada, tornarono indietro e gli riferirono tutto questo discorso.
13Allora Davide disse ai suoi uomini: "Cingete tutti la spada!". Tutti cinsero la spada e Davide cinse la sua e partirono dietro a Davide circa quattrocento uomini. Duecento rimasero a guardia dei bagagli.
14Ma Abigàil, la moglie di Nabal, fu avvertita da uno dei domestici, che le disse: "Ecco, Davide ha inviato messaggeri dal deserto per salutare il nostro padrone, ma egli ha inveito contro di loro.
15Veramente questi domestici sono stati molto buoni con noi; non ci hanno recato offesa e non ci è stato sottratto niente finché siamo stati con loro, quando eravamo in campagna.
16Sono stati per noi come un muro di difesa di notte e di giorno, finché siamo stati con loro a pascolare il gregge.
17Ora esamina bene ciò che devi fare, perché pende qualche male sul nostro padrone e su tutta la sua casa. Egli è un uomo perverso e non gli si può parlare".
18Abigàil allora prese in fretta duecento pani, due otri di vino, cinque pecore già pronte, cinque sea di grano tostato, cento grappoli di uva passa e duecento schiacciate di fichi secchi, e li caricò sugli asini.
19Poi disse ai domestici: "Precedetemi, io vi seguirò". Ma non informò il marito Nabal.
20Ora, mentre ella sul dorso di un asino scendeva lungo un sentiero nascosto della montagna, Davide e i suoi uomini scendevano di fronte a lei ed essa s'incontrò con loro.
21Davide andava dicendo: "Dunque ho custodito invano tutto ciò che appartiene a costui nel deserto; niente fu sottratto di ciò che gli appartiene ed egli mi rende male per bene.
22Tanto faccia Dio a Davide e ancora peggio, se di tutti i suoi lascerò sopravvivere fino al mattino un solo maschio!".
23Appena Abigàil vide Davide, smontò in fretta dall'asino, cadde con la faccia davanti a Davide e si prostrò a terra.
24Caduta ai suoi piedi disse: "Ti prego, mio signore, sono io colpevole! Lascia che parli la tua schiava al tuo orecchio e tu ascolta le parole della tua schiava.
25Non faccia caso il mio signore a quell'uomo perverso che è Nabal, perché egli è come il suo nome: stolto si chiama e stoltezza è in lui; io, tua schiava, non avevo visto, o mio signore, i tuoi domestici che avevi mandato.
26Ora, mio signore, per la vita di Dio e per la tua vita, poiché Dio ti ha impedito di giungere al sangue e di farti giustizia da te stesso, ebbene ora siano come Nabal i tuoi nemici e coloro che cercano di fare il male al mio signore.
27E ora questo dono che la tua schiava porta al mio signore, fa' che sia dato ai domestici che seguono i passi del mio signore.
28Perdona la colpa della tua schiava. Certo il Signore edificherà al mio signore una casa stabile, perché il mio signore combatte le battaglie del Signore, né si troverà alcun male in te per tutti i giorni della tua vita.
29Se qualcuno insorgerà a perseguitarti e ad attentare alla tua vita, la vita del mio signore sarà conservata nello scrigno dei viventi presso il Signore, tuo Dio, mentre la vita dei tuoi nemici egli la scaglierà via come dal cavo della fionda.
30Certo, quando il Signore ti avrà concesso tutto il bene che ha detto a tuo riguardo e ti avrà costituito capo d'Israele,
31non sia d'inciampo o di rimorso al mio signore l'aver versato invano il sangue e l'essersi il mio signore fatto giustizia da se stesso. Il Signore farà prosperare il mio signore, ma tu vorrai ricordarti della tua schiava".
32Davide disse ad Abigàil: "Benedetto il Signore, Dio d'Israele, che ti ha mandato oggi incontro a me.
33Benedetto il tuo senno e benedetta tu che sei riuscita a impedirmi oggi di giungere al sangue e di farmi giustizia da me.
34Viva sempre il Signore, Dio d'Israele, che mi ha impedito di farti del male; perché, se non fossi venuta in fretta incontro a me, non sarebbe rimasto a Nabal allo spuntar del giorno un solo maschio".
35Davide prese poi dalle mani di lei quanto gli aveva portato e le disse: "Torna a casa in pace. Vedi: ho ascoltato la tua voce e ho rasserenato il tuo volto".
36Abigàil tornò da Nabal: questi teneva in casa un banchetto come un banchetto da re. Il suo cuore era soddisfatto ed egli era fin troppo ubriaco. Ella non gli disse né tanto né poco fino allo spuntar del giorno.
37Il mattino dopo, quando Nabal ebbe smaltito il vino, la moglie gli narrò la faccenda. Allora il cuore gli si tramortì nel petto ed egli rimase come una pietra.
38Dieci giorni dopo il Signore colpì Nabal ed egli morì.
39Quando Davide sentì che Nabal era morto, esclamò: "Benedetto il Signore che ha difeso la mia causa per l'ingiuria fattami da Nabal e ha trattenuto il suo servo dal male e ha rivolto sul capo di Nabal la sua cattiveria". Poi Davide mandò messaggeri e annunciò ad Abigàil che voleva prenderla in moglie.
40I servi di Davide andarono a Carmel e le dissero: "Davide ci ha mandato a prenderti, perché tu sia sua moglie".
41Ella si alzò, si prostrò con la faccia a terra e disse: "Ecco, la tua schiava diventerà una serva per lavare i piedi ai servi del mio signore".
42Abigàil si preparò in fretta, poi salì su un asino e, seguita dalle sue cinque ancelle, tenne dietro ai messaggeri di Davide e divenne sua moglie.
43Davide aveva preso anche Achinòam di Izreèl e furono tutte e due sue mogli.
44Saul aveva dato sua figlia Mical, già moglie di Davide, a Paltì figlio di Lais, che era di Gallìm.


Note al testo

25,1-44 Nabal, Abigàil e Davide
Paran: si trova molto più a sud della regione in cui è ambientato il racconto. È preferibile, con i LXX, leggere Maon, come al v. seguente (e già prima: vedi nota a 23,24).
25,2 Carmel: situata a sud di Ebron, come Maon.
25,3 Nabal: apparteneva al clan di Caleb (vedi Gs 15,13-19; Gdc 1,10-15). Il suo nome vuol dire “pazzo, insensato”, come spiegherà sua moglie Abigàil (v. 25). E tale sarà il suo comportamento. La stoltezza sarà causa della sua morte (vv. 37-39).