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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Profetici - Daniele - 13

Daniele

13 Abitava a Babilonia un uomo chiamato Ioakìm,
13,1 SUSANNA, BEL E IL DRAGO (13,1-14,42)
-14,42 Questi capitoli si trovano solo nelle antiche versioni greche; mancano invece nel testo ebraico.
 Storia di Susanna
2il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkia, di rara bellezza e timorata di Dio.
3I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè.
4Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa, ed essendo stimato più di ogni altro, i Giudei andavano da lui.
In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani; erano di quelli di cui il Signore ha detto: "L'iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo".
13,5 L’iniquità è uscita: forse allude a Ger 29,21-23.
6Questi frequentavano la casa di Ioakìm, e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro.
7Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito.
8I due anziani, che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un'ardente passione per lei:
persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.
13,9 Cielo: indica Dio e la sua volontà (vedi anche 4,23).
10Erano colpiti tutti e due dalla passione per lei, ma l'uno nascondeva all'altro la sua pena,
11perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a lei.
12Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla.
13Un giorno uno disse all'altro: "Andiamo pure a casa: è l'ora di desinare". E usciti se ne andarono.
14Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere da sola.
15Mentre aspettavano l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo.
16Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani, nascosti a spiarla.
17Susanna disse alle ancelle: "Portatemi l'unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno".
18Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino e uscirono dalle porte laterali per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani, poiché si erano nascosti.
19Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei
20e le dissero: "Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e concediti a noi.
21In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle".
Susanna, piangendo, esclamò: "Sono in difficoltà da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani.
13,22  La morte era la pena per l’adulterio. Secondo la legge (Dt 22,23-27) la fanciulla va considerata innocente quando chiede aiuto gridando.
23Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!".
24Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei
25e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
26I servi di casa, all'udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa le stava accadendo.
27Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
28Il giorno dopo, quando il popolo si radunò nella casa di Ioakìm, suo marito, andarono là anche i due anziani, pieni di perverse intenzioni, per condannare a morte Susanna.
29Rivolti al popolo dissero: "Si faccia venire Susanna, figlia di Chelkia, moglie di Ioakìm". Mandarono a chiamarla
30ed ella venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.
31Susanna era assai delicata e bella di aspetto;
32aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto, per godere almeno così della sua bellezza.
33Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
34I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa.
35Ella piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore.
36Gli anziani dissero: "Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuso le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle.
37Quindi è entrato da lei un giovane, che era nascosto, e si è unito a lei.
38Noi, che eravamo in un angolo del giardino, vedendo quella iniquità ci siamo precipitati su di loro.
39Li abbiamo sorpresi insieme, ma non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito.
40Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane,
41ma lei non ce l'ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni". La moltitudine prestò loro fede, poiché erano anziani e giudici del popolo, e la condannò a morte.
42Allora Susanna ad alta voce esclamò: "Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano,
43tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me".
44E il Signore ascoltò la sua voce.
45Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele,
46il quale si mise a gridare: "Io sono innocente del sangue di lei!".
47Tutti si voltarono verso di lui dicendo: "Che cosa vuoi dire con queste tue parole?".
48Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: "Siete così stolti, o figli d'Israele? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare né appurare la verità!
49Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei".
50Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: "Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell'anzianità".
51Daniele esclamò: "Separateli bene l'uno dall'altro e io li giudicherò".
52Separàti che furono, Daniele disse al primo: "O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce,
53quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l'innocente.
Ora, dunque, se tu hai visto costei, di': sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?". Rispose: "Sotto un lentisco".
13,54-59 Nel testo greco c’è un gioco di parole tra i nomi degli alberi e la condanna pronunciata da Daniele: il lentisco è in greco schinos, parola che presenta un’assonanza con il verbo schizein “dividere nel mezzo”; similmente il termine greco per leccio, prinos, richiama il verbo prizein o priein che significa “spaccare nel mezzo”.
55Disse Daniele: "In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due".
56Allontanato questi, fece venire l'altro e gli disse: "Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore!
57Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità.
58Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?". Rispose: "Sotto un leccio".
59Disse Daniele: "In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire".
60Allora tutta l'assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui.
61Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo
e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.
13,62 applicando la legge di Mosè: si riferisce a Dt 19,16-20.
63Chelkia e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna, insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di vergognoso.
64Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.


Note al testo

13,1 SUSANNA, BEL E IL DRAGO (13,1-14,42)
-14,42 Questi capitoli si trovano solo nelle antiche versioni greche; mancano invece nel testo ebraico.
 Storia di Susanna
13,5 L’iniquità è uscita: forse allude a Ger 29,21-23.
13,9 Cielo: indica Dio e la sua volontà (vedi anche 4,23).
13,22  La morte era la pena per l’adulterio. Secondo la legge (Dt 22,23-27) la fanciulla va considerata innocente quando chiede aiuto gridando.
13,54-59 Nel testo greco c’è un gioco di parole tra i nomi degli alberi e la condanna pronunciata da Daniele: il lentisco è in greco schinos, parola che presenta un’assonanza con il verbo schizein “dividere nel mezzo”; similmente il termine greco per leccio, prinos, richiama il verbo prizein o priein che significa “spaccare nel mezzo”.
13,62 applicando la legge di Mosè: si riferisce a Dt 19,16-20.