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CEI 2008 - Antico Testamento - Pentateuco - Deuteronomio - 17

Deuteronomio

17 1 Non immolerai al Signore, tuo Dio, un capo di bestiame grosso o minuto che abbia qualche difetto o qualche deformità, perché sarebbe abominio per il Signore, tuo Dio.
2Qualora si trovi in mezzo a te, in una delle città che il Signore, tuo Dio, sta per darti, un uomo o una donna che faccia ciò che è male agli occhi del Signore, tuo Dio, trasgredendo la sua alleanza,
3che vada e serva altri dèi, prostrandosi davanti a loro, davanti al sole o alla luna o a tutto l'esercito del cielo, contro il mio comando,
4quando ciò ti sia riferito o tu ne abbia sentito parlare, infórmatene diligentemente. Se la cosa è vera, se il fatto sussiste, se un tale abominio è stato commesso in Israele,
5farai condurre alle porte della tua città quell'uomo o quella donna che avrà commesso quell'azione cattiva e lapiderai quell'uomo o quella donna, così che muoia.
6Colui che dovrà morire sarà messo a morte sulla deposizione di due o di tre testimoni. Non potrà essere messo a morte sulla deposizione di un solo testimone.
7La mano dei testimoni sarà la prima contro di lui per farlo morire. Poi sarà la mano di tutto il popolo. Così estirperai il male in mezzo a te.
Quando in una causa ti sarà troppo difficile decidere tra assassinio e assassinio, tra diritto e diritto, tra percossa e percossa, in cose su cui si litiga nelle tue città, ti alzerai e salirai al luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto.
17,8-13 I giudici leviti
9Andrai dai sacerdoti leviti e dal giudice in carica in quei giorni, li consulterai ed essi ti indicheranno la sentenza da pronunciare.
10Tu agirai in base a quello che essi ti indicheranno nel luogo che il Signore avrà scelto e avrai cura di fare quanto ti avranno insegnato.
11Agirai in base alla legge che essi ti avranno insegnato e alla sentenza che ti avranno indicato, senza deviare da quello che ti avranno esposto, né a destra né a sinistra.
12L'uomo che si comporterà con presunzione e non obbedirà al sacerdote che sta là per servire il Signore, tuo Dio, o al giudice, quell'uomo dovrà morire. Così estirperai il male da Israele.
13Tutto il popolo verrà a saperlo, ne avrà timore e non agirà più con presunzione.
Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti e ne avrai preso possesso e l'abiterai, se dirai: "Voglio costituire sopra di me un re come tutte le nazioni che mi stanno intorno",
17,14-20 I compiti del re
La descrizione del ruolo del re risente della prospettiva della teologia deuteronomistica, per cui il monarca non esercita affatto un potere assoluto, ma è vincolato e subordinato alla legge, che anch’egli deve conoscere, custodire e osservare. Il brano si colloca vicino al discorso di Samuele (1Sam 8,11-18) e manifesta un giudizio altrettanto negativo sulla storia della monarchia davidica, da Salomone fino al tempo dell’esilio babilonese.
15dovrai costituire sopra di te come re colui che il Signore, tuo Dio, avrà scelto. Costituirai sopra di te come re uno dei tuoi fratelli; non potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello.
16Ma egli non dovrà procurarsi un gran numero di cavalli né far tornare il popolo in Egitto per procurarsi un gran numero di cavalli, perché il Signore vi ha detto: "Non tornerete più indietro per quella via!".
17Non dovrà avere un gran numero di mogli, perché il suo cuore non si smarrisca; non abbia grande quantità di argento e di oro.
18Quando si insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge, secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti.
19Essa sarà con lui ed egli la leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere il Signore, suo Dio, e a osservare tutte le parole di questa legge e di questi statuti,
20affinché il suo cuore non si insuperbisca verso i suoi fratelli ed egli non si allontani da questi comandi, né a destra né a sinistra, e prolunghi così i giorni del suo regno, lui e i suoi figli, in mezzo a Israele.


Note al testo

17,8-13 I giudici leviti
17,14-20 I compiti del re
La descrizione del ruolo del re risente della prospettiva della teologia deuteronomistica, per cui il monarca non esercita affatto un potere assoluto, ma è vincolato e subordinato alla legge, che anch’egli deve conoscere, custodire e osservare. Il brano si colloca vicino al discorso di Samuele (1Sam 8,11-18) e manifesta un giudizio altrettanto negativo sulla storia della monarchia davidica, da Salomone fino al tempo dell’esilio babilonese.