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CEI 2008 - Antico Testamento - Pentateuco - Esodo - 24

Esodo

Celebrazione dell’alleanza
24 Il Signore disse a Mosè: "Sali verso il Signore tu e Aronne, Nadab e Abiu e settanta anziani d'Israele; voi vi prostrerete da lontano,
24,1-15 Tre momenti contraddistinguono la celebrazione dell’alleanza: Mosè trascrive la legge e ne dà lettura al popolo, il quale accetta di osservarla; erige un altare con dodici stele per l’offerta di olocausti e di sacrifici di comunione; infine versa il sangue delle vittime sull’altare e sulle stele, dando vita a un rapporto di consanguineità e di reciproca appartenenza tra Dio e Israele. Nel NT il sangue di Cristo sancirà una nuova, universale alleanza tra Dio e tutta l’umanità (Mt 26,26-29; Mc 14,22-25; Lc 22,15-20; 1Cor 11,23-25).
2solo Mosè si avvicinerà al Signore: gli altri non si avvicinino e il popolo non salga con lui".
3Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: "Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!".
4Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele.
5Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
6Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare.
7Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: "Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto".
8Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: "Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!".
Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani d'Israele.
24,9-11 Ai responsabili, detti i privilegiati degli Israeliti (v. 11), viene riservata una teofania e l’invito al banchetto davanti al Dio che si è loro rivelato. Il banchetto era uno dei modi per sanzionare patti tra persone (vedi Gen 26,28-30; Es 18,12; 2Sam 3,20).
10Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffìro, limpido come il cielo.
11Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero.
12Il Signore disse a Mosè: "Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli".
13Mosè si mosse con Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte di Dio.
14Agli anziani aveva detto: "Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco, avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro".
15Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte.
Il progetto del santuario
La gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube.
24,16-18 L’ampia sezione che inizia qui, comprendente i cc. 25-31 e 35-40, è attribuita ad ambienti sacerdotali e ha lo scopo di collegare il culto d’Israele, così come si andrà strutturando nel tempio di Gerusalemme durante l’età della monarchia e soprattutto dopo l’esilio, con le origini del popolo e con il Sinai in particolare.
17La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna.
18Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.


Note al testo

24,1-15 Tre momenti contraddistinguono la celebrazione dell’alleanza: Mosè trascrive la legge e ne dà lettura al popolo, il quale accetta di osservarla; erige un altare con dodici stele per l’offerta di olocausti e di sacrifici di comunione; infine versa il sangue delle vittime sull’altare e sulle stele, dando vita a un rapporto di consanguineità e di reciproca appartenenza tra Dio e Israele. Nel NT il sangue di Cristo sancirà una nuova, universale alleanza tra Dio e tutta l’umanità (Mt 26,26-29; Mc 14,22-25; Lc 22,15-20; 1Cor 11,23-25).
24,9-11 Ai responsabili, detti i privilegiati degli Israeliti (v. 11), viene riservata una teofania e l’invito al banchetto davanti al Dio che si è loro rivelato. Il banchetto era uno dei modi per sanzionare patti tra persone (vedi Gen 26,28-30; Es 18,12; 2Sam 3,20).
24,16-18 L’ampia sezione che inizia qui, comprendente i cc. 25-31 e 35-40, è attribuita ad ambienti sacerdotali e ha lo scopo di collegare il culto d’Israele, così come si andrà strutturando nel tempio di Gerusalemme durante l’età della monarchia e soprattutto dopo l’esilio, con le origini del popolo e con il Sinai in particolare.