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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Profetici - Ezechiele - 8

Ezechiele

8 Nell'anno sesto, nel sesto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me
8,1-18 Visione del tempio profanato dall’idolatria
Nell’anno sesto, nel sesto mese: agosto-settembre del 592.
2e vidi qualcosa dall'aspetto d'uomo: da ciò che sembravano i suoi fianchi in giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come uno splendore simile al metallo incandescente.
Stese come una mano e mi afferrò per una ciocca di capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo e in visioni divine mi portò a Gerusalemme, all'ingresso della porta interna, che guarda a settentrione, dove era collocato l'idolo della gelosia, che provoca gelosia.
8,3 l’idolo della gelosia: forse la statua di Astarte, divinità cananea della fecondità. È definita così perché suscita la gelosia di Dio; rompe, infatti, il rapporto di alleanza fra Dio e il popolo.
4Ed ecco, là era la gloria del Dio d'Israele, simile a quella che avevo visto nella valle.
5Mi disse: "Figlio dell'uomo, alza gli occhi verso settentrione!". Ed ecco, a settentrione della porta dell'altare l'idolo della gelosia, proprio all'ingresso.
6Mi disse: "Figlio dell'uomo, vedi che cosa fanno costoro? Guarda i grandi abomini che la casa d'Israele commette qui per allontanarmi dal mio santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori".
7Mi condusse allora all'ingresso del cortile e vidi un foro nella parete.
8Mi disse: "Figlio dell'uomo, sfonda la parete". Sfondai la parete, ed ecco apparve una porta.
9Mi disse: "Entra e osserva gli abomini malvagi che commettono costoro".
10Io entrai e vidi ogni sorta di rettili e di animali obbrobriosi e tutti gli idoli della casa d'Israele raffigurati intorno alle pareti.
11Settanta anziani della casa d'Israele, fra i quali vi era Iaazania, figlio di Safan, ritto in mezzo a loro, stavano davanti ad essi, ciascuno con il turibolo in mano, mentre il profumo saliva in nubi d'incenso.
12Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo, quello che fanno gli anziani della casa d'Israele nelle tenebre, ciascuno nella stanza recondita del proprio idolo? Vanno dicendo: "Il Signore non ci vede, il Signore ha abbandonato il paese"".
13Poi mi disse: "Vedrai che si commettono abomini peggiori di questi".
Mi condusse all'ingresso della porta del tempio del Signore che guarda a settentrione e vidi donne sedute che piangevano Tammuz.
8,14 Tammuz: divinità mesopotamica. Il pianto si riferisce alla celebrazione della sua discesa agli inferi, rito collegato ai culti della fecondità e al ciclo della vegetazione.
15Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo? Vedrai abomini peggiori di questi".
16Mi condusse nel cortile interno del tempio del Signore; ed ecco, all'ingresso dell'aula del tempio, fra il vestibolo e l'altare, circa venticinque uomini, con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole.
Mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo? Come se non bastasse per quelli della casa di Giuda commettere simili abomini in questo luogo, hanno anche riempito il paese di violenze, per provocare la mia collera. Eccoli, vedi, che si portano il ramoscello sacro alle narici.
8,17 si portano il ramoscello sacro alle narici: gesto idolatrico, il cui significato preciso resta oscuro.
18Ebbene, anch'io agirò con furore. Il mio occhio non avrà pietà e non avrò compassione: manderanno alte grida ai miei orecchi, ma non li ascolterò".


Note al testo

8,1-18 Visione del tempio profanato dall’idolatria
Nell’anno sesto, nel sesto mese: agosto-settembre del 592.
8,3 l’idolo della gelosia: forse la statua di Astarte, divinità cananea della fecondità. È definita così perché suscita la gelosia di Dio; rompe, infatti, il rapporto di alleanza fra Dio e il popolo.
8,14 Tammuz: divinità mesopotamica. Il pianto si riferisce alla celebrazione della sua discesa agli inferi, rito collegato ai culti della fecondità e al ciclo della vegetazione.
8,17 si portano il ramoscello sacro alle narici: gesto idolatrico, il cui significato preciso resta oscuro.