CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Storici - Giudici - 17
Giudici
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Interconfessionale
CEI 2008
17
C'era un uomo delle montagne di Èfraim che si chiamava Mica.
17,1
DUE APPENDICI (17,1-21,25)
-18,31 Il santuario di Mica e di Dan
-18,31 Questa prima appendice riferisce l’origine del santuario e del sacerdozio nella città di Dan. Nel corso della tradizione e delle diverse redazioni, la narrazione ha ricevuto varie aggiunte denigratorie per il fatto che il re Geroboamo, figlio di Nebat, fece di Dan uno dei due santuari scismatici del suo regno e vi collocò il vitello d’oro.
Le montagne di Èfraim: la parte centrale della terra di Canaan, ove si trovava la tribù di Èfraim.
-18,31 Il santuario di Mica e di Dan
-18,31 Questa prima appendice riferisce l’origine del santuario e del sacerdozio nella città di Dan. Nel corso della tradizione e delle diverse redazioni, la narrazione ha ricevuto varie aggiunte denigratorie per il fatto che il re Geroboamo, figlio di Nebat, fece di Dan uno dei due santuari scismatici del suo regno e vi collocò il vitello d’oro.
Le montagne di Èfraim: la parte centrale della terra di Canaan, ove si trovava la tribù di Èfraim.
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17,2Egli disse alla madre: "Quei millecento sicli d'argento che ti erano stati presi e per i quali hai pronunciato una maledizione, e l'hai pronunciata alla mia presenza, ecco, li ho io; quel denaro l'avevo preso io. Ora te lo restituisco". La madre disse: "Benedetto sia mio figlio dal Signore!".
Interconfessionale
GdcUn giorno egli disse a sua madre: — Ti ricordi di quando ti sono state rubate millecento monete d’argento? Allora tu avevi pronunziato una maledizione contro il ladro e l’avevi ripetuta davanti a me. Ecco, quei soldi li ho io. Ero stato io a prenderteli. La madre allora gli disse:
— Figlio mio, il Signore ti benedica!
— Figlio mio, il Signore ti benedica!
Rimandi
17,2
una maledizione: 1) deposizione con giuramento riguardo al ladro presunto Lv 5,1; 1 Re 8,31-32; Prv 29,24. 2) maledizione propriamente detta contro il ladro Zc 5,3-4. — benedizione 2 Sam 21,3; 1 Re 2,45.
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17,3Egli restituì alla madre i millecento sicli d'argento e la madre disse: "Io consacro con la mia mano questo denaro al Signore, in favore di mio figlio, per farne una statua di metallo fuso".
Interconfessionale
GdcEgli restituì tutto il denaro a sua madre, e sua madre gli disse:
— Per il tuo bene, ho deciso di consacrare questo denaro al Signore, figlio mio. Con esso farò costruire per te una statua ricoperta d’argento. In questo modo ti lascio il denaro.
— Per il tuo bene, ho deciso di consacrare questo denaro al Signore, figlio mio. Con esso farò costruire per te una statua ricoperta d’argento. In questo modo ti lascio il denaro.
Rimandi
17,3
una statua ricoperta d’argento Gdc 18,17-18; cfr. Dt 27,15.
Note al Testo
17,3
una statua ricoperta d’argento: altri: un’immagine scolpita e un’immagine di metallo fuso. Il testo ebraico non permette di sapere con certezza se si tratta di uno solo o di due oggetti distinti.
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17,4Quando egli ebbe restituito il denaro alla madre, questa prese duecento sicli e li diede al fonditore, il quale ne fece una statua di metallo fuso, che fu collocata nella casa di Mica.
Interconfessionale
Gdc17,4Da quel denaro lei prese duecento monete d’argento e le consegnò a un fabbro. Egli fece una statua ricoperta d’argento, che fu sistemata nella casa di Mica.
CEI 2008
Quest'uomo, Mica, aveva un santuario; fece un efod e i terafìm e diede l'investitura a uno dei figli, che divenne suo sacerdote.
17,5
L’efod e i terafìm erano oggetti necessari per l’esercizio del culto (vedi nota a 8,27).
Interconfessionale
GdcMica aveva un santuario: si era costruito un efod e degli idoli. Aveva dato l’incarico di sacerdote a uno dei suoi figli.
Note al Testo
17,5
un efod e degli idoli: il testo ebraico in 17,5; 18,14.17.18.20 parla di due oggetti cultuali che chiama efod e terafim (qui tradotto con idoli); come in 8,27, l’efod non è quindi una veste sacerdotale, ma una specie di idolo o qualcosa che è legato al suo culto.
Interconfessionale
GdcSiccome a quel tempo il popolo d’Israele non aveva ancora un re, tutti facevano come volevano.
Rimandi
Note al Testo
17,6
Israele non aveva ancora un re: questa frase, posta come titolo della sezione, ritma il racconto degli ultimi cinque capitoli del Libro dei Giudici (17,6; 18,1; 19,1; 21,25). La prima e l’ultima volta è seguita da quest’altra frase: Ognuno faceva quel che voleva (17,6; 21,25). Le due frasi preparano l’argomento del Primo libro di Samuele.
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17,7Ora c'era un giovane di Betlemme di Giuda, della tribù di Giuda, il quale era un levita e abitava in quel luogo come forestiero.
Interconfessionale
GdcOra, in quei giorni, c’era un giovane levita della tribù di Giuda, che fino allora era vissuto come straniero a Betlemme in Giudea.
Rimandi
17,7
Betlemme in Giudea 1 Sam 16,4; Mic 5,1; Mt 2,1; cfr. Gdc 19,1. — un sacerdote Dt 18,6. — residente là come straniero Dt 12,12.18-19.
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17,8Quest'uomo era partito dalla città di Betlemme di Giuda, per cercare una dimora dovunque la trovasse. Cammin facendo era giunto sulle montagne di Èfraim, alla casa di Mica.
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Gdc17,8Egli lasciò la città di Betlemme ed emigrò in cerca di un altro posto. Lungo il viaggio passò per le montagne di Èfraim e giunse alla casa di Mica.
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17,9Mica gli domandò: "Da dove vieni?". Gli rispose: "Sono un levita di Betlemme di Giuda e vado a cercare una dimora dove la troverò".
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Gdc17,9Mica gli domandò da dove veniva. Egli rispose:
— Io sono un levita. Vengo dalla Giudea, da Betlemme, e cerco un posto dove stabilirmi.
— Io sono un levita. Vengo dalla Giudea, da Betlemme, e cerco un posto dove stabilirmi.
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17,10Mica gli disse: "Rimani con me e sii per me padre e sacerdote; ti darò dieci sicli d'argento all'anno, vestiario e vitto". Il levita entrò.
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Gdc17,10Mica aggiunse:
— Resta qui con me. Sarai il mio consigliere e il mio sacerdote. Io ti darò dieci monete d’argento all’anno, ti manterrò e ti darò anche dei vestiti.
Il giovane levita accettò e
— Resta qui con me. Sarai il mio consigliere e il mio sacerdote. Io ti darò dieci monete d’argento all’anno, ti manterrò e ti darò anche dei vestiti.
Il giovane levita accettò e
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17,11Il levita dunque acconsentì a stare con quell'uomo, che trattò il giovane come un figlio.
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17,12Mica diede l'investitura al levita; il giovane divenne suo sacerdote e si stabilì in casa di lui.
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17,13Mica disse: "Ora so che il Signore mi farà del bene, perché questo levita è divenuto mio sacerdote".
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Gdc17,13Mica concluse: «Ora che ho un levita come sacerdote, il Signore mi farà andar tutto bene».