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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Storici - Giuditta - 3

Giuditta

3 Gli inviarono perciò messaggeri con proposte di pace:
3,1-10 Sottomissione spontanea dei popoli occidentali
2"Ecco, noi, servi del grande re Nabucodònosor, ci mettiamo davanti a te; fa' di noi quanto ti piacerà.
3Ecco, le nostre case e tutto il nostro territorio e tutti i campi di grano, le greggi e gli armenti e tutto il bestiame delle nostre tende sono a tua disposizione, perché te ne serva come a te piace.
4Anche le nostre città e i loro abitanti sono tuoi servi; vieni e trattale come ti è gradito".
5Si presentarono dunque a Oloferne quegli uomini e si espressero con lui in questo tono.
6Egli scese allora con il suo esercito lungo la costa e pose presìdi nelle città fortificate, poi prelevò da esse uomini scelti come ausiliari.
7Quelle popolazioni con tutto il paese circostante lo accolsero con corone e danze e suono di tamburelli.
Ma egli demolì tutti i loro templi e tagliò i boschi sacri, perché aveva ordine di distruggere tutti gli dèi della terra, in modo che tutti i popoli adorassero solo Nabucodònosor e tutte le lingue e le tribù lo invocassero come dio.
3,8 adorassero solo Nabucodònosor: l’invasione militare deve comportare, per i popoli vinti, insieme alla sottomissione politica anche l’abbandono della propria religione. Il massimo dell’arroganza lo si ha qui nella pretesa di Nabucodònosor di essere invocato come dio. Un tempo i vincitori si limitavano a imporre ai vinti il culto dei loro dèi, cui attribuivano la propria vittoria; invece Antioco IV Epìfane (175-163) pretese per sé addirittura onori divini (vedi 2Mac 9,8-12).
Poi giunse in vista di Èsdrelon, vicino a Dotàim, che è di fronte alle grandi montagne della Giudea.
3,9 Èsdrelon: la pianura che separa la Galilea dalla Samaria.
10Si accamparono fra Gebe e Scitòpoli e Oloferne rimase là un mese intero, per raccogliere tutto il bottino delle sue truppe.


Note al testo

3,1-10 Sottomissione spontanea dei popoli occidentali
3,8 adorassero solo Nabucodònosor: l’invasione militare deve comportare, per i popoli vinti, insieme alla sottomissione politica anche l’abbandono della propria religione. Il massimo dell’arroganza lo si ha qui nella pretesa di Nabucodònosor di essere invocato come dio. Un tempo i vincitori si limitavano a imporre ai vinti il culto dei loro dèi, cui attribuivano la propria vittoria; invece Antioco IV Epìfane (175-163) pretese per sé addirittura onori divini (vedi 2Mac 9,8-12).
3,9 Èsdrelon: la pianura che separa la Galilea dalla Samaria.