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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Profetici - Isaia - 39

Isaia

39 In quel tempo Merodac-Baladàn, figlio di Baladàn, re di Babilonia, mandò lettere e un dono a Ezechia, perché aveva sentito che era stato malato ed era guarito.
39,1-8  Visita degli ambasciatori babilonesi
 Lo scopo degli ambasciatori di Babilonia era probabilmente quello di stringere con Giuda un’alleanza contro l’Assiria. Isaia condanna questi progetti, vedendovi un pericolo per Giuda. Le parole del profeta sono state poi reinterpretate alla luce degli eventi del 587, quando Gerusalemme fu distrutta proprio dai Babilonesi.
2Ezechia ne fu molto lieto e mostrò agli inviati la stanza del tesoro, l'argento e l'oro, gli aromi e l'olio prezioso, tutto il suo arsenale e quanto si trovava nei suoi magazzini; non ci fu nulla che Ezechia non mostrasse loro nella reggia e in tutto il suo regno.
3Allora il profeta Isaia si presentò al re Ezechia e gli domandò: "Che cosa hanno detto quegli uomini e da dove sono venuti a te?". Ezechia rispose: "Sono venuti a me da una regione lontana, da Babilonia".
4Quegli soggiunse: "Che cosa hanno visto nella tua reggia?". Ezechia rispose: "Hanno visto quanto si trova nella mia reggia; non c'è nulla nei miei magazzini che io non abbia mostrato loro".
5Allora Isaia disse a Ezechia: "Ascolta la parola del Signore degli eserciti:
6Ecco, verranno giorni nei quali tutto ciò che si trova nella tua reggia e ciò che hanno accumulato i tuoi padri fino ad oggi sarà portato a Babilonia; non resterà nulla, dice il Signore.
7Prenderanno i figli che da te saranno usciti e che tu avrai generato, per farne eunuchi nella reggia di Babilonia".
8Ezechia disse a Isaia: "Buona è la parola del Signore, che mi hai riferito". Egli pensava: "Per lo meno vi saranno pace e stabilità nei miei giorni".


Note al testo

39,1-8  Visita degli ambasciatori babilonesi
 Lo scopo degli ambasciatori di Babilonia era probabilmente quello di stringere con Giuda un’alleanza contro l’Assiria. Isaia condanna questi progetti, vedendovi un pericolo per Giuda. Le parole del profeta sono state poi reinterpretate alla luce degli eventi del 587, quando Gerusalemme fu distrutta proprio dai Babilonesi.