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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Sapienziali - Salmi - 102

Salmi

SALMO 102 (101)
PREGHIERA DURANTE LA PROVA
102 Preghiera di un povero che è sfinito ed effonde davanti al Signore il suo lamento.

102,1 Come è nello stile delle lamentazioni, è un’umanità sofferente e prostrata quella che rivolge il grido di aiuto a Dio (vv. 2-12). La seconda parte del salmo (vv. 13-23) si apre sull’orizzonte più ampio della comunità d’Israele, raccolta in preghiera per la ricostruzione materiale e spirituale di Gerusalemme. La preghiera si chiude con un nuovo richiamo alla precarietà della condizione umana, ma anche con la fiduciosa speranza dell’orante di venir accolto nell’abbraccio di bontà del suo Dio (vv. 24-29). Questa composizione è stata collocata dalla tradizione cristiana tra i sette “salmi penitenziali” (vedi Sal 6).
2 Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.

3 Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell'angoscia.
Tendi verso di me l'orecchio,
quando t'invoco, presto, rispondimi!

4 Svaniscono in fumo i miei giorni
e come brace ardono le mie ossa.

5 Falciato come erba, inaridisce il mio cuore;
dimentico di mangiare il mio pane.

6 A forza di gridare il mio lamento
mi si attacca la pelle alle ossa.

7 Sono come la civetta del deserto,
sono come il gufo delle rovine.

8 Resto a vegliare:
sono come un passero
solitario sopra il tetto.

9 Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro di me.

10 Cenere mangio come fosse pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto;

11 per il tuo sdegno e la tua collera
mi hai sollevato e scagliato lontano.

12 I miei giorni declinano come ombra
e io come erba inaridisco.

13 Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo di generazione in generazione.

14 Ti alzerai e avrai compassione di Sion:
è tempo di averne pietà, l'ora è venuta!

15 Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre
e li muove a pietà la sua polvere.

16 Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,

17 quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.

18 Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

19 Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:

20 "Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,

21 per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte,

22 perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,

23 quando si raduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore".

24 Lungo il cammino mi ha tolto le forze,
ha abbreviato i miei giorni.

25 Io dico: mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni;
i tuoi anni durano di generazione in generazione.

26 In principio tu hai fondato la terra,
i cieli sono opera delle tue mani.

27 Essi periranno, tu rimani;
si logorano tutti come un vestito,
come un abito tu li muterai ed essi svaniranno.

28 Ma tu sei sempre lo stesso
e i tuoi anni non hanno fine.

29 I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.



Note al testo

102,1 Come è nello stile delle lamentazioni, è un’umanità sofferente e prostrata quella che rivolge il grido di aiuto a Dio (vv. 2-12). La seconda parte del salmo (vv. 13-23) si apre sull’orizzonte più ampio della comunità d’Israele, raccolta in preghiera per la ricostruzione materiale e spirituale di Gerusalemme. La preghiera si chiude con un nuovo richiamo alla precarietà della condizione umana, ma anche con la fiduciosa speranza dell’orante di venir accolto nell’abbraccio di bontà del suo Dio (vv. 24-29). Questa composizione è stata collocata dalla tradizione cristiana tra i sette “salmi penitenziali” (vedi Sal 6).