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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Sapienziali - Siracide - 30

Siracide

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Nova Vulgata

CEI 2008 30 Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta per lui,
per gioire di lui alla fine.
30,1

30,5b NVg (30,5c) aggiunge: né prova vergogna di fronte ai nemici
30,19c NVg (30,20b) aggiunge: facendogli portare il peso della sua malvagità
30,20c NVg omette.
30,22a NVg (30,23b) aggiunge: e un tesoro inesauribile di santità

 L’educazione dei figli
 Nella società antica patriarcale, di cui si adottano i criteri educativi, molto diversi dai nostri, il figlio veniva educato con grande severità (vedi vv. 7-13).
Nova Vulgata EccliDe filiis.
Qui diligit filium suum, assi duat illi flagella,
ut laetetur in novissimo suo.
La: 20 b. 23b
CEI 2008 30,2Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
Nova Vulgata
Eccli30,2Qui docet filium suum, fructum habebit in illo
et in medio domesticorum in illo gloriabitur.
CEI 2008 30,3Chi istruisce il proprio figlio rende geloso il nemico
e davanti agli amici si rallegra.
Nova Vulgata
Eccli30,3Qui docet filium suum, in zelum mittet inimicum
et in medio amicorum gloriabitur in illo.
CEI 2008 30,4Muore il padre? È come se non morisse,
perché dopo di sé lascia uno che gli è simile.
Nova Vulgata
Eccli30,4Mortuus est pater eius et quasi non est mortuus:
similem enim reliquit sibi post se.
CEI 2008 30,5Durante la vita egli gioisce nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
Nova Vulgata
Eccli30,5In vita sua vidit et laetatus est in illo,
in obitu suo non est contristatus.
Nec confusus est coram inimicis:
CEI 2008 30,6Per i nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
Nova Vulgata
Eccli30,6reliquit enim defensorem domus contra inimicos
et amicis reddentem gratiam.
CEI 2008 30,7Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
Nova Vulgata
Eccli30,7Qui blanditur filio, colligabit vulnera eius,
et super omnem vocem turbabuntur viscera sua.
CEI 2008 30,8Un cavallo non domato diventa caparbio,
un figlio lasciato a se stesso diventa testardo.
Nova Vulgata
Eccli30,8Equus indomitus evadit durus,
et filius remissus evadet praeceps.
CEI 2008 30,9Vezzeggia il figlio ed egli ti riserverà delle sorprese,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
Nova Vulgata
Eccli30,9Lacta filium, et paventem te faciet;
lude cum eo, et contristabit te.
CEI 2008 30,10Non ridere con lui per non doverti rattristare,
e non debba alla fine digrignare i denti.
Nova Vulgata
Eccli30,10Non corrideas illi, ne doleas,
et in novissimo obstupescent dentes tui.
CEI 2008 30,11Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi errori.
Nova Vulgata
Eccli30,11Non des illi potestatem in iuventute
et ne despicias errata illius.
CEI 2008 30,12Piegagli il collo quando è giovane,
e battigli i fianchi finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
Nova Vulgata
Eccli30,12Curva cervicem eius in iuventute
et tunde latera eius, dum infans est,
ne forte induret et non credat tibi,
et erit tibi ab illo dolor animae.
CEI 2008 Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai sopportare la sua insolenza.

30,13 a Il testo ebraico reca: “Correggi tuo figlio e rendi pesante il suo giogo”.
Nova Vulgata
Eccli30,13Doce filium tuum et operare in illo,
ne in turpitudinem illius offendas.
CEI 2008 30,14Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
Nova Vulgata
Eccli30,14Melior est pauper sanus et fortis viribus
quam dives imbecillis et flagellatus in carne sua.
CEI 2008 30,15Salute e vigore valgono più di tutto l'oro,
un corpo robusto più di un'immensa fortuna.

Nova Vulgata
Eccli30,15Salus carnis melior est omni auro et argento,
et spiritus validus quam census immensus.
CEI 2008 30,16Non c'è ricchezza superiore alla salute del corpo
e non c'è felicità più grande della gioia del cuore.
Nova Vulgata
Eccli30,16Non est census super censum salutis corporis,
et non est oblectatio super cordis gaudium.
CEI 2008 30,17Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
Nova Vulgata
Eccli30,17Melior est mors quam vita amara,
et requies aeterna quam languor perseverans.
CEI 2008 Cose buone versate su una bocca chiusa
sono come cibi deposti sopra una tomba.
30,18  Il bene della salute
b Il testo ebraico reca: “sono come cibi deposti davanti a un idolo”.
Nova Vulgata
Eccli30,18Bona effusa in ore clauso
quasi appositiones epularum circumpositae sepulcro.
CEI 2008 30,19A che serve all'idolo l'offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo;
così è per colui che il Signore perséguita.
Nova Vulgata
Eccli30,19Quid proderit libatio idolo?
Nec enim manducabit nec odorabitur:
CEI 2008 30,20Egli guarda con gli occhi e geme,
come un eunuco che abbraccia una vergine e geme:
così è per colui che fa giustizia con violenza.
Nova Vulgata
Eccli30,20sic qui effugatur a Domino
portans mercedes iniquitatis,
CEI 2008 Non darti in balìa della tristezza
e non tormentarti con i tuoi pensieri.
30,21-25 Ansietà e gioia
Nova Vulgata
Eccli30,21videns oculis et ingemiscens
sicut spado complectens virginem et suspirans.
CEI 2008 30,22La gioia del cuore è la vita dell'uomo,
l'allegria dell'uomo è lunga vita.
Nova Vulgata
Eccli30,22Tristitiam non des animae tuae
et non affligas temetipsum in consilio tuo.
CEI 2008 30,23Distraiti e consola il tuo cuore,
tieni lontana la profonda tristezza,
perché la tristezza ha rovinato molti
e in essa non c'è alcun vantaggio.
Nova Vulgata
Eccli30,23Iucunditas cordis haec est vita hominis
et thesaurus sine defectione sanctitatis,
et exsultatio viri est longaevitas.
CEI 2008 30,24Gelosia e ira accorciano i giorni,
le preoccupazioni anticipano la vecchiaia.
Nova Vulgata
Eccli30,24Indulge animae tuae et consolare cor tuum
et tristitiam longe repelle a te.
CEI 2008 Un cuore limpido e sereno si accontenta dei cibi
e gusta tutto quello che mangia.


30,25 a Il testo ebraico reca: “Il sonno di un cuore sereno è per lui come un cibo succulento”.
Nova Vulgata
Eccli30,25Multos enim occidit tristitia,
et non est utilitas in illa;