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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Storici - Tobia - 7

Tobia

7 Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobia disse: "Fratello Azaria, conducimi diritto dal nostro fratello Raguele". Egli lo condusse alla casa di Raguele, che trovarono seduto presso la porta del cortile. Lo salutarono per primi ed egli rispose: "Salute, fratelli, siate i benvenuti!". Li fece entrare in casa.
7,1 UNA DOPPIA GUARIGIONE (7,1-14,15)
 Matrimonio di Tobia con Sara
2Disse a sua moglie Edna: "Quanto somiglia questo giovane a mio fratello Tobi!".
3Edna domandò loro: "Di dove siete, fratelli?", ed essi risposero: "Siamo dei figli di Nèftali, deportati a Ninive".
4Disse allora: "Conoscete nostro fratello Tobi?". Le dissero: "Lo conosciamo".
5Riprese: "Sta bene?". Risposero: "Sta bene e vive". E Tobia aggiunse: "È mio padre".
6Raguele allora balzò in piedi, l'abbracciò e pianse. Poi gli disse: "Sii benedetto, o figlio! Hai un ottimo padre. Che sventura per un uomo giusto e generoso nel fare elemosine essere diventato cieco!". Si gettò al collo del parente Tobia e pianse.
7Pianse anche sua moglie Edna e pianse anche la loro figlia Sara.
8Poi egli macellò un montone del gregge e fece loro una festosa accoglienza.
9Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobia disse a Raffaele: "Fratello Azaria, domanda a Raguele che mi dia in moglie mia cugina Sara".
10Raguele udì queste parole e disse al giovane: "Mangia, bevi e sta' allegro per questa sera, poiché nessuno all'infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia Sara, come del resto neppure io ho la facoltà di darla a un altro uomo all'infuori di te, poiché tu sei il mio parente più stretto. Però, figlio, voglio dirti con franchezza la verità.
11L'ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte in cui entravano da lei. Ora, figlio, mangia e bevi; il Signore sarà con voi".
12Ma Tobia disse: "Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso una decisione a mio riguardo". Rispose Raguele: "Lo farò! Ella ti viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito che ti sia data. Abbi cura di lei, d'ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, o figlio, e vi conceda la sua misericordia e la sua pace".
Raguele chiamò sua figlia Sara e, quando venne, la prese per mano e l'affidò a Tobia con queste parole: "Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè lei ti viene concessa in moglie. Tienila e, sana e salva, conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi conceda un buon viaggio e pace".
7,13 Il Dio del cielo: titolo divino di origine persiana, applicato al Dio d’Israele nel post-esilio; ricorre in Tb nella doppia forma di “Signore/Dio del cielo” (6,18; 7,12.13.17; 8,15; 10,11.14); s’incontra pure “re del cielo” (1,18).
Chiamò poi la madre di lei e le disse di portare un foglio e stese l'atto di matrimonio, secondo il quale concedeva in moglie a Tobia la propria figlia, in base al decreto della legge di Mosè. Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere.
7,14 l’atto di matrimonio: è il documento scritto, indicato letteralmente come il “documento della coabitazione”.
15Poi Raguele chiamò sua moglie Edna e le disse: "Sorella mia, prepara l'altra camera e conducila dentro".
16Quella andò a preparare il letto della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la figlia. Pianse per lei, poi si asciugò le lacrime e le disse:
17"Coraggio, figlia, il Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio, figlia!". E uscì.


Note al testo

7,1 UNA DOPPIA GUARIGIONE (7,1-14,15)
 Matrimonio di Tobia con Sara
7,13 Il Dio del cielo: titolo divino di origine persiana, applicato al Dio d’Israele nel post-esilio; ricorre in Tb nella doppia forma di “Signore/Dio del cielo” (6,18; 7,12.13.17; 8,15; 10,11.14); s’incontra pure “re del cielo” (1,18).
7,14 l’atto di matrimonio: è il documento scritto, indicato letteralmente come il “documento della coabitazione”.