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CEI2008

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2 Timòteo

I contenuti
Nella
seconda lettera a Timòteo le esortazioni al discepolo per una testimonianza coraggiosa (1,6-14; 2,1-13) si intrecciano alle istruzioni pastorali e agli avvertimenti contro i falsi maestri (2,14-4,5). L'immagine di Paolo in catene per il Vangelo è arricchita di tratti autobiografici (1,15-18; 3,10-11; 4,6-18). L'apostolo esprime la ferma convinzione di aver condotto la buona battaglia e di essere vicino a ricevere da Dio il giusto premio, ma nutre pure una certa trepidazione per il futuro della Chiesa, ancora agli inizi del suo cammino (2,8-10). Il testo può essere articolato così:
Indirizzo e saluto (1,1-5)
Le sofferenze per il Vangelo (1,6-3,9)
Il traguardo della fatica apostolica (3,10-4,18)
Saluti (4,19-22).

Le caratteristiche
La
seconda lettera a Timòteo si presenta come il testamento spirituale di Paolo, mentre si trova in carcere in attesa di essere condannato (1,17; 4,6-8.16-18). Insieme a 2Pt 1,20 la lettera contiene l'affermazione biblica più importante circa l'ispirazione della Bibbia (3,16).

L'origine
Un discepolo e collaboratore di Paolo, probabilmente, ha consegnato allo scritto pensieri e sentimenti dell'apostolo durante la sua ultima prigionia, o anche dopo la sua morte, utilizzando forse brevi scritti dell'apostolo stesso. In altre parole, vale per la
seconda a Timòteo quello che si è detto della prima. La lettera è indirizzata a Timòteo, ma è stata intesa, fin dai primi tempi, come rivolta anche all'intera comunità cristiana e, in particolare, ai suoi responsabili.