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Atti degli Apostoli

I contenuti
Il libro degli
Atti degli Apostoli ci mostra alcuni aspetti dell'evangelizzazione compiuta dai primi cristiani e il processo di espansione della Chiesa. È un racconto prevalentemente incentrato sull'attività degli apostoli e sulla vita delle prime comunità cristiane, sorte tra il 30 e il 60. È una fonte di informazioni, grazie alle quali veniamo a conoscenza di ambienti e situazioni che illuminano il sorgere dei primi scritti neotestamentari. Il libro illustra dapprima la nascita e la vita della Chiesa di Gerusalemme, dando rilievo al ruolo dei Dodici e in particolare di Pietro; mostra poi le diverse strade che assume la missione cristiana, in cui emerge la figura di Paolo, sulla cui attività missionaria la narrazione si concentra fino al suo arrivo a Roma. Un ruolo centrale viene riconosciuto all'assemblea di Gerusalemme, in cui si affronta il rapporto tra legge e vangelo, e quindi tra la comunità dei credenti in Cristo e Israele. Il racconto degli Atti può essere articolato secondo lo schema seguente:
Prologo. Ascensione di Gesù (1,1-11)
La chiesa di Gerusalemme (1,12-8,1a)
Le prime missioni (8,1b-14,28)
L'assemblea di Gerusalemme (15,1-35)
La missione in Macedonia, Grecia e Asia Minore (15,36-19,20)
Paolo, il testimone di Cristo (19,21-28,31).

Le caratteristiche
L'autore di
Atti è un credente che scopre negli avvenimenti della storia i disegni di Dio. Non vuole delineare un quadro completo dei fatti, bensì indicare il percorso e la diffusione del vangelo da Gerusalemme a Roma. Si può affermare che la Parola è il protagonista principale del libro. Attraverso le vicende dei singoli personaggi, l'autore desidera far conoscere i contenuti e il metodo della predicazione missionaria, gli interventi dello Spirito Santo, la forza sorprendente del nome di Gesù, la fede dei credenti, l'espandersi della Chiesa.

L'origine
L'autore è il medesimo che ha scritto il terzo vangelo. La struttura del libro fa pensare a qualcuno che è stato a lungo compagno di Paolo (Col 4,14; 2Tm 4,11; Fm 24). L'uso del pronome "noi" in alcune pagine (vedi 16,10-17; 20,5-15; 21,1-18; 27,1-28,16) induce a pensare che egli sia stato diretto testimone dei fatti che rievoca. La tradizione più antica lo identifica nella persona di Luca. I primi lettori furono probabilmente gli stessi del vangelo di
Luca (vedi Lc 1,1-4 e At 1,1), con cui formava in origine, secondo alcuni, un unico volume.