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CEI 2008 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - Romani - 6

Romani

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6 Che diremo dunque? Rimaniamo nel peccato perché abbondi la grazia?
6,1-14  In Cristo morti al peccato e vivi con lui
 La radice della morte è il peccato. Paolo afferma che i credenti in Cristo sono morti al peccato e vivono con lui, risorti anch’essi dalla morte.
2È assurdo! Noi, che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere in esso?
O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
6,3 Essere battezzati in greco significa essere “immersi”. Nel battesimo il credente è immerso nella morte di Gesù.
4Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
5Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.
6Lo sappiamo: l'uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato.
7Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui,
6,8  Innestati mediante il battesimo in Gesù Cristo crocifisso, i cristiani possono, fin d’ora, camminare in una vita nuova, in attesa della vita piena inaugurata dalla sua risurrezione (8,4.6).
9sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui.
10Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio.
11Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
12Il peccato dunque non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri.
13Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia.
14Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo!
6,15-23 Al servizio di Dio che salva
16Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell'obbedienza che conduce alla giustizia?
17Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati.
18Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.
19Parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza. Come infatti avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità, per l'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione.
20Quando infatti eravate schiavi del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia.
21Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Il loro traguardo infatti è la morte.
22Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna.
23Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.


Note al testo

6,1-14  In Cristo morti al peccato e vivi con lui
 La radice della morte è il peccato. Paolo afferma che i credenti in Cristo sono morti al peccato e vivono con lui, risorti anch’essi dalla morte.
6,3 Essere battezzati in greco significa essere “immersi”. Nel battesimo il credente è immerso nella morte di Gesù.
6,8  Innestati mediante il battesimo in Gesù Cristo crocifisso, i cristiani possono, fin d’ora, camminare in una vita nuova, in attesa della vita piena inaugurata dalla sua risurrezione (8,4.6).
6,15-23 Al servizio di Dio che salva