Romani
CEI 2008 Torna al libro
Interconfessionale
CEI 2008
7
O forse ignorate, fratelli - parlo a gente che conosce la legge - che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive?
Interconfessionale
Rm7,1Fratelli, voi conoscete bene le leggi e sapete certamente che la *Legge ha potere sull’uomo soltanto mentre egli è in vita.
CEI 2008
La donna sposata, infatti, per legge è legata al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito.
Interconfessionale
Rm7,2La donna sposata, per esempio, è legata dalla Legge al marito finché egli vive. Ma se il marito muore, la donna è sciolta dalla Legge che la legava a lui.
CEI 2008
7,3Ella sarà dunque considerata adultera se passa a un altro uomo mentre il marito vive; ma se il marito muore ella è libera dalla legge, tanto che non è più adultera se passa a un altro uomo.
Interconfessionale
Rm7,3In base a questo principio, la donna è considerata adultera se va con un altro uomo quando il marito è ancora in vita; ma se questi muore, è libera per quel che riguarda la Legge, e non è più adultera se va con un altro uomo.
CEI 2008
Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio.
7,4
mediante il corpo di Cristo: cioè uniti a Gesù crocifisso per mezzo della fede e del battesimo (Gal 2,19).
Interconfessionale
RmQualcosa di simile accade per voi, fratelli miei. Voi siete morti nei confronti della legge di Mosè, perché siete stati uniti a *Cristo nella sua morte. Perciò ora voi appartenete a colui che è risuscitato dai morti, affinché la vostra vita sia ricca di opere gradite a Dio.
Rimandi
7,4
morti nei confronti della Legge Gal 2,19; 3,13. — nei confronti del peccato Rm 6,5-6; 2 Cor 5,15.
CEI 2008
7,5Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte.
Interconfessionale
Rm7,5Quando infatti noi vivevamo seguendo i nostri desideri, la Legge stimolava passioni malvagie che ci facevano agire in modo da portarci alla morte.
CEI 2008
7,6Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera, che è antiquata.
Interconfessionale
RmMa ora siamo morti nei confronti della Legge che ci teneva in suo potere: non siamo più al suo servizio. Perciò serviamo Dio non più secondo il vecchio sistema che era fondato sulla Legge scritta ma in modo nuovo, guidati dallo Spirito.
CEI 2008
Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? No, certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare.
7,7-13
La Legge e il peccato
Paolo presenta la condizione dell’essere umano in una forma drammatizzata, ispirata al racconto del peccato nella Genesi. La legge mosaica, come il comando di Dio ad Adamo, diventa l’occasione per il manifestarsi del peccato, che provoca la condanna alla morte.
Il peccato si innesta sulla concupiscenza umana, cioè sui desideri cattivi, condannati dalla Legge (vedi anche 3,20; 4,15; 5,20). Citazione di Es 20,17; Dt 5,21.
Paolo presenta la condizione dell’essere umano in una forma drammatizzata, ispirata al racconto del peccato nella Genesi. La legge mosaica, come il comando di Dio ad Adamo, diventa l’occasione per il manifestarsi del peccato, che provoca la condanna alla morte.
Il peccato si innesta sulla concupiscenza umana, cioè sui desideri cattivi, condannati dalla Legge (vedi anche 3,20; 4,15; 5,20). Citazione di Es 20,17; Dt 5,21.
Interconfessionale
RmDobbiamo forse concludere che la *Legge è peccato? No di certo! La Legge però mi ha fatto conoscere che cos’è il peccato. Per esempio, io ho saputo che era possibile desiderare cose cattive, perché la Legge ha detto: non desiderarle.
Rimandi
7,7
la Legge fa conoscere il peccato Rm 3,20. — bramosia Gc 1,14-15. — dieci comandamenti Es 20,17; Dt 5,21. — la Legge fa apparire il peccato Rm 4,15.
CEI 2008
7,8Ma, presa l'occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri. Senza la Legge infatti il peccato è morto.
Interconfessionale
Rm7,8Il peccato allora, da quel comandamento, ha preso l’occasione per far nascere in me ogni specie di desideri. Invece, dove non c’è la Legge, il peccato è senza vita;
CEI 2008
7,9E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita
Interconfessionale
Rm7,9e io prima vivevo senza la Legge, ma quando venne il comandamento, allora il peccato prese vita,
CEI 2008
7,10e io sono morto. Il comandamento, che doveva servire per la vita, è divenuto per me motivo di morte.
CEI 2008
7,11Il peccato infatti, presa l'occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte.
Interconfessionale
RmIl peccato infatti ha colto l’occasione offerta dal comandamento, mi ha sedotto e mi ha fatto morire per mezzo dello stesso comandamento.
CEI 2008
7,13Ciò che è bene allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.
Interconfessionale
Rm7,13Quel che è buono sarebbe dunque diventato per me causa di morte? No! È il peccato che causa la morte: si è manifestato per quel che realmente è, si è mostrato in tutta la sua violenza per mezzo di una cosa buona, servendosi cioè del comandamento.
CEI 2008
Sappiamo infatti che la Legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato.
7,14-25
L’uomo dominato dal peccato
La Legge è spirituale perché viene da Dio che è Spirito. Essa, come il comandamento, è santa, giusta e buona (7,12).
La Legge è spirituale perché viene da Dio che è Spirito. Essa, come il comandamento, è santa, giusta e buona (7,12).
CEI 2008
7,15Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto.
Interconfessionale
Rm7,15Difatti non riesco nemmeno a capire quel che faccio: non faccio quel che voglio, ma quel che odio.
CEI 2008
7,18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo;
Interconfessionale
RmSo infatti che in me, in quanto uomo peccatore, non abita il bene. In me c’è il desiderio del bene, ma non c’è la capacità di compierlo.
Note al Testo
7,18
in me, in quanto uomo peccatore: è il senso dell’espressione originale greca: nella mia carne. La parola carne serve per indicare l’uomo nella sua debolezza, orientato verso il male e incapace di liberarsi dal peccato. Nella nostra lingua la parola carne può essere resa in diversi modi, se si vuole esprimere il pensiero antico: sul piano umano (1,3), nel corpo (2,28), con le sue sole forze (4,1), desideri (7,5), condizione di uomo peccatore (7,25; 8,3); debolezza umana (8,3.4.5), egoismo (8,5.6.7.8.12.13).
Interconfessionale
Rm7,19Infatti io non compio il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio.
CEI 2008
7,20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Interconfessionale
Rm7,20Ora, se faccio quel che non voglio, non sono più io ad agire, ma il peccato che è in me.
CEI 2008
7,21Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me.
Interconfessionale
Rm7,21Io scopro allora questa contraddizione: ogni volta che voglio fare il bene, trovo in me soltanto la capacità di fare il male.
CEI 2008
7,23ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra.
Interconfessionale
Rmma vedo in me un’altra Legge: quella che contrasta fortemente la Legge che la mia mente approva, e che mi rende schiavo della legge del peccato che abita in me.