Primo libro dei Maccabei 12
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AT ebraico
Rapporti di Giònata con Roma e con Sparta
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Giònata, visto che le circostanze gli erano favorevoli, scelse alcuni uomini e li mandò a Roma per confermare e rinnovare l’amicizia con i Romani.
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Inviò messaggi di amicizia anche ai cittadini di Sparta e di ∆altre città.
Note al Testo
12,2
Sparta, città nel sud della Grecia, stava per riacquistare una certa importanza politica. — altre città: le altre missioni avranno luogo dopo la missione a Roma (vedi 15,15), sulla strada del ritorno.
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«Giònata, sommo sacerdote, il senato del popolo, i sacerdoti e tutto il popolo ebreo, salutano fraternamente gli abitanti di Sparta.
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Già in passato il vostro re Areo aveva mandato una lettera al sommo sacerdote Onia. In essa voi vi dichiaravate nostri fratelli, come appare dalla copia qui allegata.
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«Abbiamo scelto Numenio, figlio di Antioco, e Antìpatro, figlio di Giasone, per inviarli dai Romani e rinnovare la nostra passata amicizia e alleanza con loro.
Rimandi
12,16
Numenio e Antìpatro 14,22; 15,15. — Giasone 1 Mac 8,17; 12,21. — fratelli 1 Mac 12,6+.
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In un documento che tratta degli Spartani e degli Ebrei, abbiamo scoperto che siamo fratelli e che discendiamo tutti da Abramo.
Giònata e Simone di nuovo in guerra
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Perciò lasciò Gerusalemme e andò contro di loro nella regione di Amat per evitare che entrassero nella regione della Giudea.
Note al Testo
12,25
La regione di Amat o Camat costituiva il confine settentrionale ideale della terra promessa (vedi Numeri 34,7-9 e nota a 1 Re 8,65).
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Si misero a inseguirli ma non li raggiunsero perché i nemici avevano già attraversato il fiume Elèutero.
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Anche Simone partì e arrivò fino alla città di Àscalon e alle fortezze vicine. Poi piegò verso Giaffa e per precauzione l’occupò.
Lavori a Gerusalemme
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Decise anche di rialzare le mura di Gerusalemme e di costruire una barriera molto alta tra la Cittadella e la città. Così i nemici che occupavano la fortezza sarebbero rimasti isolati e non avrebbero più potuto trattare con l’esterno.
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Giònata e i suoi uomini si organizzarono dunque per ricostruire la città. Siccome una parte del muro che dava sul torrente a est era crollata, Giònata fece anche ricostruire il cosiddetto ∆Cafenatà.
Note al Testo
12,37
muro che dava sul torrente a est, cioè sul Cedron. — Cafenatà: termine aramaico che indica probabilmente il nuovo quartiere (vedi 2 Re 22,14; Sofonia 1,10) a nord-est del tempio.
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Simone invece fece ricostruire la città di Adidà nella pianura della Sefela. La fortificò e la munì di porte sprangate.
Note al Testo
12,38
Adidà, o Adid (vedi Esdra 2,33), a 6 km a nord-est di Lod al limite est della pianura costiera.
Giònata nelle mani dei nemici
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Trifone intanto cercava di diventare re dell’Asia e della Siria. Voleva impadronirsi della corona e uccidere il re Antioco.
Note al Testo
12,39
Con il termine Asia si indica soltanto quella regione che, oltre la Siria, formava il regno seleucide (vedi nota a 1,8-9).
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Temeva solo che Giònata glielo impedisse e gli facesse guerra. Perciò Trifone cercava l’occasione di farlo prigioniero e ucciderlo. Partì dunque e andò a Bet-Sean.
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12,45Rimandali a casa. Tieni con te solo pochi uomini di scorta, poi vieni con me a Tolemàide. Io ti consegnerò quella città e le altre fortezze. Lascerò ai tuoi ordini anche le altre truppe e tutti i funzionari. Poi io me ne tornerò indietro, dato che sono venuto soltanto con questo scopo».