Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - 2 Maccabei - 6
Secondo libro dei Maccabei 6
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CEI 2008
Gli Ebrei vengono perseguitati
(vedi 1 Maccabei 1,41-64)
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Poco dopo, il re Antioco mandò a Gerusalemme un cittadino anziano di Atene, per costringere gli Ebrei ad abbandonare le loro antiche tradizioni e a non vivere più secondo le leggi di Dio.
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2Mac6,1 Non molto tempo dopo, il re inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle leggi dei padri e a non governarsi più secondo le leggi di Dio,
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6,2Inoltre, egli doveva profanare il tempio di Gerusalemme e dedicarlo a Giove Olimpio. Invece il tempio che si trova sul monte Garizìm, doveva dedicarlo a Giove Ospitale, come volevano gli abitanti del luogo.
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2Mac6,2e inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpio e quello sul Garizìm a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo.
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6,3Questi mali invasero tutta la regione: erano così gravi che nessuno poteva sopportarli.
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6,4Il tempio infatti diventò luogo di malavita e di orge: i pagani vi si divertivano con le prostitute, avevano rapporti con le donne sotto i sacri portici e portavano nel tempio anche oggetti proibiti.
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2Mac6,4Il tempio infatti era pieno delle dissolutezze e delle gozzoviglie dei pagani, che si divertivano con le prostitute ed entro i sacri portici si univano a donne, introducendovi pratiche sconvenienti.
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6,6Nel giorno di sabato non si potevano tenere le pratiche religiose. Era proibito osservare le feste tradizionali, e anche solo dichiarare di essere ebreo.
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2Mac6,6Non era più possibile né osservare il sabato né celebrare le feste dei padri né semplicemente dichiarare di essere giudeo.
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Ogni mese, quando il re celebrava il giorno della sua nascita, tutti venivano costretti a mangiare le vittime dei sacrifici. ∆Nella festa del dio Diòniso, c’era l’obbligo di partecipare ai cortei, portando corone d’edera.
Note al Testo
6,7
il giorno della sua nascita: cadeva il venticinque di ogni mese (vedi 1 Maccabei 1,59). — nella festa del dio Diòniso: nelle feste dionisiache, in onore cioè di Diòniso, il dio del vino, le manifestazioni assumevano spesso un carattere licenzioso.
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2MacSi era trascinati con aspra violenza ogni mese, nel giorno natalizio del re, ad assistere al sacrificio e, quando giungevano le feste dionisiache, si era costretti a sfilare in onore di Diòniso coronati di edera.
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I cittadini di Tolemàide ottennero un decreto riguardante città greche vicine: «Gli Ebrei sono obbligati a partecipare ai banchetti sacri.
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2Mac6,8Su istigazione dei cittadini di Tolemàide, fu poi emanato un decreto per le vicine città ellenistiche, perché anch'esse seguissero le stesse disposizioni contro i Giudei, li costringessero a mangiare le carni dei sacrifici
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6,9Chi rifiuta le nuove usanze greche sia condannato a morte». Tutto lasciava prevedere che una grande disgrazia era vicina.
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2Mac6,9e mettessero a morte quanti non accettavano di aderire alle usanze greche. Si poteva allora capire quale tribolazione incombesse.
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Difatti, due donne fecero circoncidere i loro figli e per questo vennero denunziate. Furono trascinate in giro per la città, con i bambini appesi al seno e gettate giù dalle mura.
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2Mac6,10Furono denunciate, per esempio, due donne che avevano circonciso i figli: appesero i bambini alle loro mammelle, e dopo averle condotte in giro pubblicamente per la città, le precipitarono dalle mura.
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Altri Ebrei si radunarono nelle grotte vicino a Gerusalemme, per celebrare in segreto il giorno di sabato. Denunziati a Filippo, furono bruciati vivi, senza che tentassero di difendersi, per rispetto alla santità del sabato.
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2Mac6,11Altri che si erano raccolti insieme nelle vicine caverne per celebrare il sabato, denunciati a Filippo, vi furono bruciati dentro, perché essi avevano riluttanza a difendersi per il rispetto di quel giorno santissimo.
Dio non abbandona il suo popolo
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Raccomando ai miei lettori di non lasciarsi scoraggiare da queste disgrazie. Al contrario, essi dovrebbero pensare: Il Signore punisce il nostro popolo, non per annientarlo, ma per riportarlo sulla strada giusta.
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2Mac6,12Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di pensare che i castighi non vengono per la distruzione, ma per la correzione del nostro popolo.
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6,13Infatti, è un segno della sua grande bontà se egli non lascia i peccatori per lungo tempo senza castigo, ma li raggiunge con qualche prova.
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2Mac6,13Quindi è veramente segno di grande benevolenza il fatto che agli empi non è data libertà per molto tempo, ma subito incappano nei castighi.
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Il Signore non ha pensato di comportarsi con noi come fa con gli altri popoli. Egli aspetta con pazienza a punirli, fino a quando siano al colmo delle loro colpe.
CEI 2008
2Mac6,14Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con le altre nazioni, attendendo pazientemente il tempo di punirle, quando siano giunte al colmo dei loro peccati;
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6,15Per punire noi, invece, egli non aspetta che i nostri peccati giungano all’estremo.
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2Mac6,15e questo per non doverci punire alla fine, quando fossimo giunti all'estremo delle nostre colpe.
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6,16Perciò egli non ci nega mai la sua misericordia, e anche quando ci corregge con qualche disgrazia, non abbandona mai il suo popolo.
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2Mac6,16Perciò egli non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo.
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6,17Le riflessioni che abbiamo fatto servano di ammonimento. Ora è tempo di continuare il racconto.
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2Mac6,17Ciò sia detto da noi solo per ricordare questa verità. Dobbiamo ora tornare alla narrazione.
Il martirio di Eleàzaro
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Eleàzaro, uno dei principali maestri della Legge, era già avanti negli anni, ma ancora di bell’aspetto. Un giorno fu costretto ad aprire la bocca per ingoiare carne di maiale.
Note al Testo
6,18
carne di maiale: il maiale era considerato animale impuro e la legge proibiva di mangiarne le carni (vedi Levitico 11,7-8).
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2MacUn tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell'aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e a ingoiare carne suina.
6,18
-7,42 Fedeltà alla legge è scelta del martirio
scribi: coloro che interpretavano e insegnavano la legge mosaica. Il divieto di mangiare carne suina si trova nel cosiddetto “codice di purità” (Lv 11,7-8). Per Eleàzaro mangiare carne suina significa apostasia dal giudaismo e adesione alla religione pagana.
scribi: coloro che interpretavano e insegnavano la legge mosaica. Il divieto di mangiare carne suina si trova nel cosiddetto “codice di purità” (Lv 11,7-8). Per Eleàzaro mangiare carne suina significa apostasia dal giudaismo e adesione alla religione pagana.
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Ma egli, volontariamente, andò verso il martirio, preferendo morire gloriosamente piuttosto che vivere nella vergogna.
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2Mac6,19Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s'incamminò volontariamente al supplizio,
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6,20Perciò sputò fuori quella carne. Questo è un esempio per coloro che rifiutano di mangiare cibi proibiti anche a costo della vita.
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2Mac6,20sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per attaccamento alla vita.
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6,21Allora quelli che avevano la responsabilità di quell’empio banchetto presero Eleàzaro in disparte. Per l’antica amicizia che avevano con lui, gli consigliarono di farsi portare carni che gli era consentito di mangiare. Le avrebbe preparate lui stesso e avrebbe finto di mangiare le carni consacrate agli idoli, secondo il comando del re.
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2Mac6,21Quelli che erano incaricati dell'illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest'uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare le carni sacrificate imposte dal re,
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6,22In questo modo avrebbe evitato la morte e, per via dell’antica amicizia con loro, sarebbe stato trattato con bontà.
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2Mac6,22perché, agendo a questo modo, sarebbe sfuggito alla morte e avrebbe trovato umanità in nome dell'antica amicizia che aveva con loro.
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6,23Ma Eleàzaro prese una nobile decisione, degna della sua posizione e dei suoi bianchi capelli. Fin da giovane egli aveva condotto una vita esemplare ed era arrivato alla vecchiaia con onore. Ora doveva dar valore a tutte queste cose. Egli voleva soprattutto rimanere fedele alla santa legge di Dio e per questo affermò senza esitare: «Uccidetemi pure.
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2Mac6,23Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia, della raggiunta veneranda canizie e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, ma specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero pure alla morte.
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Alla mia età non conviene fingere; molti giovani crederebbero che Eleàzaro, a novant’anni, ha accettato di vivere alla maniera dei pagani.
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2Mac6,24"Poiché - egli diceva - non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant'anni Eleàzaro sia passato alle usanze straniere,
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6,25Se io fingo per quel poco di vita che mi rimane, essi per colpa mia sarebbero ingannati e io concluderei la mia vecchiaia nella vergogna e nell’infamia.
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2Mac6,25a loro volta, per colpa della mia finzione, per appena un po' più di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia.
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6,26Ora forse potrei sfuggire al castigo degli uomini, ma né da vivo né da morto potrei certo sfuggire al giudizio di Dio Onnipotente.
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2Mac6,26Infatti, anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire, né da vivo né da morto, alle mani dell'Onnipotente.
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6,27Perciò, rinunzio con coraggio a questa vita per mostrarmi degno della mia vecchiaia.
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6,28Ai giovani voglio lasciare un nobile esempio di come si deve morire, con prontezza e con coraggio, per la legge di Dio».
Detto ciò, andò al supplizio.
Detto ciò, andò al supplizio.
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2Mac6,28e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi". Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio.
L’ultima preghiera di Eleàzaro
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6,29Quelli che lo conducevano, sentendolo parlare così, credevano che Eleàzaro fosse diventato pazzo e, da benevoli com’erano, divennero molto severi con lui.
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2Mac6,29Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo che le parole da lui pronunciate fossero una pazzia.
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6,30Ormai vicino alla morte per i colpi ricevuti, Eleàzaro sospirò e disse: «Il Signore conosce tutto. Egli sa che io potrei sottrarmi alla morte. Sotto questi colpi, io soffro dolori atroci nel corpo, ma li sopporto con animo forte, per l’amore che ho per lui».
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2Mac6,30Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: "Il Signore, che possiede una santa scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui".
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6,31In questo modo Eleàzaro morì. Egli lasciò un esempio indimenticabile di fortezza e di virtù non solo ai giovani, ma anche alla grande maggioranza del popolo.
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2Mac6,31In tal modo egli morì, lasciando la sua morte come esempio di nobiltà e ricordo di virtù non solo ai giovani, ma anche alla grande maggioranza della nazione.