Dimensioni del testo

Carattere

Tema

Evidenzia versetti con note

Stai leggendo

INTERCONFESSIONALE

Interconfessionale

Capitoli
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
BibbiaEDU-logo

Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - 2 Maccabei - 8

Secondo libro dei Maccabei 8

Le imprese di Giuda Maccabeo
Giuda Maccabeo si dà alla macchia

1Intanto Giuda Maccabeo e i suoi compagni entravano di nascosto nei villaggi. Raccoglievano attorno a sé i parenti e quelli che erano rimasti fedeli alla loro religione. In tutto formarono un gruppo di circa seimila persone.
2Essi pregavano il Signore di guardare con amore il popolo, che era calpestato da tutti; di voler risparmiare il tempio, profanato da uomini empi;
di avere pietà della città che andava in rovina e stava per essere rasa al suolo. Gli chiedevano anche di vendicare il sangue dei martiri che gridava verso di lui;
Note al Testo
8,3 Sul sangue versato che grida vedi nota a Ezechiele 24,7.
4di ricordarsi dei bambini innocenti, che erano stati ingiustamente massacrati, e di punire tutti quelli che avevano bestemmiato contro di lui.
Giuda Maccabeo organizzò quel gruppo di uomini, e i pagani non poterono resistergli. Infatti Dio, che prima era sdegnato con loro, ora si mostrava benevolo.
Rimandi
8,5 Giuda Maccabeo invincibile 1 Mac 3,3-9.
6Giuda piombava improvvisamente su città e villaggi e li incendiava. Occupava le posizioni migliori e spesso metteva in fuga moltissimi nemici.
7Per queste razzie, egli preferiva la notte. Intanto la fama della sua bravura si diffondeva dappertutto.
Giuda sconfigge Nicànore

Filippo si accorse che Giuda a poco a poco migliorava le sue posizioni, e i suoi successi si facevano sempre più frequenti. Allora scrisse a Tolomeo, governatore delle regioni della Celesiria e della Fenicia, e gli chiese di intervenire per difendere gli interessi del re.
Note al Testo
8,8 Filippo il Frigio (vedi 5,22 e nota) era governatore di Gerusalemme.
Tolomeo scelse immediatamente Nicànore, figlio di Pàtroclo, uno degli amici più intimi del re, e lo inviò, alla testa di un esercito di almeno ventimila soldati di varie nazioni, con l’ordine di sterminare la razza ebraica. Mandò con lui anche Gorgia, un comandante di professione, molto esperto in strategia militare.
Rimandi
8,9 ventimila soldati cfr. 1 Mac 3,39.
Note al Testo
8,9 La volontà di Antioco di sterminare la razza ebraica (vedi 1 Maccabei 3,34-36) è la conseguenza negativa della politica di assimilazione, tentata in un primo tempo con la soppressione delle leggi e delle usanze religiose proprie degli Ebrei.
Nicànore doveva pagare ai Romani, come tributo, quasi settecento quintali d’argento. Si propose allora di mettere insieme tutti quei soldi, vendendo come schiavi gli Ebrei che avrebbe fatti prigionieri.
Note al Testo
8,10 quasi settecento quintali d’argento: questa grossa somma dovuta ai Romani doveva saldare il debito contratto dal padre di Antioco Epifane: nel 188 a.C. egli era stato condannato dal trattato di Apamea a versare ai Romani più di quattromila quintali d’argento entro dodici anni.
11Perciò invitò subito le città situate sulla riva del mare a comprarli: prometteva loro novanta Ebrei per la somma di trentaquattro chili d’argento. Non pensava affatto che Dio Onnipotente stava per colpirlo con la sua vendetta.
12La notizia dell’avanzata di Nicànore arrivò a Giuda. Egli informò i suoi compagni che l’esercito nemico era vicino.
13Allora, tra i suoi soldati, quelli che erano paurosi e non avevano fiducia nella giustizia di Dio fuggirono e cercarono rifugio altrove.
14Gli altri, invece, vendettero tutto quello che avevano e si misero a pregare il Signore di salvarli da Nicànore, quel maledetto, che li aveva venduti ancora prima della battaglia.
15E lo pregavano appoggiandosi non sui loro meriti, ma sull’alleanza che egli aveva fatto con i loro padri. Avevano fiducia, perché su di loro era stata invocata la sua protezione santa e gloriosa.
16Allora Giuda Maccabeo radunò i suoi uomini: seimila in tutto. Li esortò a non lasciarsi prendere dalla paura davanti ai nemici. Non si dovevano preoccupare se i pagani, che stavano per attaccarli senza alcun motivo, erano una grande massa. Per incitarli a combattere con coraggio ricordò loro alcuni fatti.
17Bastava che tenessero davanti agli occhi l’orribile oltraggio compiuto dai nemici verso il tempio; la desolazione e l’umiliazione della città di Gerusalemme e, da ultimo, l’abolizione delle tradizioni degli antenati.
Tra l’altro disse: «Quelli confidano nelle loro armi e nel loro valore! noi invece confidiamo in Dio, che è Onnipotente e può con un solo cenno distruggere non soltanto i nemici, che ora ci assalgono, ma il mondo intero!».
Rimandi
8,18 confidare in Dio piuttosto che nelle armi Sal 20,8.
Infine Giuda ricordò ai suoi uomini le occasioni in cui Dio aveva aiutato i loro antenati: come, al tempo del re Sennàcherib, erano periti centottantacinquemila nemici;
Rimandi
8,19 protezione sotto Sennàcherib 2 Re 19,35; Is 37,36.
e anche come in Babilonia, nella battaglia contro i Gàlati, gli Ebrei erano andati all’attacco con appena ottomila uomini. Essi combattevano allora al fianco di quattromila Macedoni; ma i Macedoni vennero a trovarsi in difficoltà e gli ottomila Ebrei, aiutati dal Signore, riuscirono da soli a sterminare centoventimila nemici, e fecero anche un grosso bottino.
Rimandi
8,20 vittoria su un nemico più numeroso 1 Mac 3,18+.
Note al Testo
8,20 contro i Gàlati: una battaglia contro i Gàlati non è ricordata altrove; i Gàlati però potevano combattere come mercenari arruolati in altri eserciti.
21-22Con queste parole riuscì a infondere tanto coraggio ai suoi soldati, che essi erano ormai pronti anche a morire per la legge di Dio e per la patria. Allora egli divise l’esercito in quattro corpi di millecinquecento uomini ciascuno. Al comando di ciascun corpo c’erano, oltre a lui, i suoi fratelli Simone, Giuseppe e Giònata.
Poi incaricò Eleàzaro di leggere il libro santo. Dopo aver data la parola d’ordine «È Dio che ci aiuta!», Giuda, alla testa del primo reparto dell’esercito, attaccò Nicànore.
Note al Testo
8,23 Poi incaricò Eleàzaro di leggere il libro santo: altri: Vi aggiunse Eleàzaro, lesse poi in pubblico il libro sacro.
Intervento straordinario di Dio

24Dio, con la sua onnipotenza, combatté al loro fianco. Così Giuda e i suoi uomini uccisero più di novemila nemici. Ferirono e mutilarono molti dei soldati di Nicànore e costrinsero tutti gli altri a fuggire.
25Riuscirono anche a mettere le mani sul denaro dei mercanti, che erano venuti a comprarli come schiavi. Inseguirono i nemici in fuga per un bel pezzo di strada; ma poi tornarono indietro, perché si era fatto tardi
26ed era la vigilia del sabato. Perciò non continuarono l’inseguimento,
27ma si limitarono a raccogliere le armi e i bagagli dei nemici. Poi passarono il sabato benedicendo più che mai il Signore. Lo lodarono perché in quell’occasione aveva fatto scendere su di loro, come rugiada, le prime gocce della sua misericordia.
28L’indomani distribuirono una parte del bottino alle vittime della persecuzione, alle vedove e agli orfani. Il resto lo divisero tra loro stessi e i propri figli.
29Infine, si misero a pregare tutti insieme. Chiesero al Signore di avere misericordia e di trattare con bontà i suoi servi.
Giuda sconfigge anche Timòteo e Bàcchide

30Giuda e i suoi uomini attaccarono anche i soldati di Timòteo e di Bàcchide e ne uccisero più di ventimila. Si impadronirono di alcune fortezze situate sulle alture. Divisero il grosso bottino in parti uguali: per sé, per i perseguitati, per gli orfani e le vedove, senza dimenticare gli anziani.
31Raccolsero con cura le armi dei nemici e le deposero in luoghi sicuri, il resto del bottino lo portarono invece a Gerusalemme.
In quell’occasione Giuda e i suoi uomini uccisero anche un capotribù del seguito di Timòteo, un farabutto che aveva fatto molto male agli Ebrei.
Note al Testo
8,32 un capotribù: probabilmente è il capo degli Arabi vinti nel corso della campagna contro Timòteo (vedi 12,10-12).
Tornati a Gerusalemme, mentre festeggiavano la vittoria, bruciarono vivi quelli che avevano incendiato le porte del tempio e che insieme con Callìstene avevano cercato rifugio in una piccola casa. Così quegli empi furono ripagati come si meritavano.
Rimandi
8,33 bruciarono quelli che avevano incendiato 1 Mac 3,5+; cfr. 2 Mac 9,6+. — incendio delle porte del tempio 1,8.
Note al Testo
8,33 L’incendio delle porte del tempio ebbe luogo in occasione del violento intervento narrato in 1 Maccabei 1,29-35. — Callìstene: personaggio sconosciuto.
Nicànore fugge ad Antiòchia

34Nicànore, quel gran maledetto, aveva portato con sé mille mercanti per vendere gli Ebrei come schiavi.
35Ma, grazie all’intervento del Signore, fu umiliato proprio da loro che lui credeva buoni a nulla. Egli buttò via la sua splendida veste e si mise a fuggire per i campi, come uno schiavo appena scappato. Arrivò ad Antiòchia, solo e abbandonato da tutti. E poteva ancora dirsi fortunato, dopo che il suo esercito era stato distrutto.
Nicànore aveva promesso ai Romani di pagare il tributo con la vendita dei cittadini di Gerusalemme che avrebbe fatto prigionieri. Ora proprio lui diceva apertamente che il Dio degli Ebrei era un grande difensore. Anzi affermava che erano invincibili perché seguivano le leggi che quel difensore aveva loro comandato di osservare.
Rimandi
8,36 proclamazione del Dio d’Israele da parte di un pagano 3,36; 9,12; Dn 3,28-29; 4,31-34; 6,27-28; Gdt 5,6-21.

Rimandi

8,5 Giuda Maccabeo invincibile 1 Mac 3,3-9.
8,9 ventimila soldati cfr. 1 Mac 3,39.
8,18 confidare in Dio piuttosto che nelle armi Sal 20,8.
8,19 protezione sotto Sennàcherib 2 Re 19,35; Is 37,36.
8,20 vittoria su un nemico più numeroso 1 Mac 3,18+.
8,33 bruciarono quelli che avevano incendiato 1 Mac 3,5+; cfr. 2 Mac 9,6+. — incendio delle porte del tempio 1,8.
8,36 proclamazione del Dio d’Israele da parte di un pagano 3,36; 9,12; Dn 3,28-29; 4,31-34; 6,27-28; Gdt 5,6-21.

Note al Testo

8,3 Sul sangue versato che grida vedi nota a Ezechiele 24,7.
8,8 Filippo il Frigio (vedi 5,22 e nota) era governatore di Gerusalemme.
8,9 La volontà di Antioco di sterminare la razza ebraica (vedi 1 Maccabei 3,34-36) è la conseguenza negativa della politica di assimilazione, tentata in un primo tempo con la soppressione delle leggi e delle usanze religiose proprie degli Ebrei.
8,10 quasi settecento quintali d’argento: questa grossa somma dovuta ai Romani doveva saldare il debito contratto dal padre di Antioco Epifane: nel 188 a.C. egli era stato condannato dal trattato di Apamea a versare ai Romani più di quattromila quintali d’argento entro dodici anni.
8,20 contro i Gàlati: una battaglia contro i Gàlati non è ricordata altrove; i Gàlati però potevano combattere come mercenari arruolati in altri eserciti.
8,23 Poi incaricò Eleàzaro di leggere il libro santo: altri: Vi aggiunse Eleàzaro, lesse poi in pubblico il libro sacro.
8,32 un capotribù: probabilmente è il capo degli Arabi vinti nel corso della campagna contro Timòteo (vedi 12,10-12).
8,33 L’incendio delle porte del tempio ebbe luogo in occasione del violento intervento narrato in 1 Maccabei 1,29-35. — Callìstene: personaggio sconosciuto.