Giuditta 10
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AT ebraico
Giuditta nel campo nemico
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Infilò un paio di sandali eleganti e si adornò con tutti i suoi gioielli: collane, braccialetti, ornamenti alle caviglie e orecchini. Voleva rendersi attraente per sedurre gli uomini che l’avrebbero vista.
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Tutte e due uscirono di casa e si recarono alle porte della città di Betulia. Trovarono di guardia Ozia e i responsabili della città, Cabrì e Carmì.
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Quando essi notarono il suo volto così trasformato e i suoi vestiti così diversi, rimasero molto ammirati per la sua grande bellezza. Le dissero:
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che la fermarono e si misero a interrogarla:
— A quale popolo appartieni? Da dove vieni e dove vai?
Giuditta rispose:
— Sono ebrea. Fuggo lontano dal mio popolo, perché tra poco Dio farà cadere gli Israeliti nelle vostre mani e li distruggerete!
— A quale popolo appartieni? Da dove vieni e dove vai?
Giuditta rispose:
— Sono ebrea. Fuggo lontano dal mio popolo, perché tra poco Dio farà cadere gli Israeliti nelle vostre mani e li distruggerete!
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L’accampamento assiro si mise in agitazione, perché la notizia della presenza di Giuditta si sparse di tenda in tenda. I soldati accorsero e attorniarono Giuditta mentre lei, fuori della tenda di Oloferne, aspettava che il comandante fosse informato del suo arrivo.
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10,19Ammiravano la sua bellezza ed erano stupiti che appartenesse al popolo d’Israele. Si dicevano l’un l’altro: «Come si potrebbe disprezzare un popolo che ha donne come lei? È meglio che gli Israeliti siano uccisi tutti, perché se qualcuno di loro resta in vita, sarebbe in grado di sedurre il mondo intero!».