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INTERCONFESSIONALE

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Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - Tobia - 3

Tobia 3

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CEI 1974

La preghiera di Tobi

Interconfessionale 3,1Quelle parole mi fecero male e mi misi a piangere sconsolato. E tra le lacrime cominciai a pregare:
CEI 1974 Tb3,1 Con l`animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi presi a dire questa preghiera di lamento:
Interconfessionale «Tu sei giusto, Signore,
ed è giusto tutto quel che fai.
Sei buono e fedele nei tuoi progetti
e sei giudice del mondo.
Rimandi
3,2 Tu sei giusto Dt 32,4; Sal 119,137; Esd 9,15; Ne 9,33; Suppl.Dn 3,27.31. — buono e fedele Sal 25,10.
CEI 1974 Tb3,2 "Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo.
Interconfessionale Ma ora ricordati di me, Signore,
e guardami con bontà.
Non punirmi per i peccati e per le colpe
che io e i miei padri abbiamo commesso.
Rimandi
3,3 Ricordati di me… Sal 25,7. — io e i miei padri abbiamo commesso Sal 79,8.
CEI 1974 Tb3,3 Ora, Signore, ricordati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri.
Interconfessionale Tu ci hai abbandonati
perché abbiamo disubbidito ai tuoi comandamenti.
E così siamo stati saccheggiati,
portati in esilio e messi a morte.
Siamo finiti derisi e insultati da tutti i popoli
in mezzo ai quali tu ci hai dispersi.
Rimandi
3,4 saccheggiati Esd 9,7. — derisi e insultati Dt 28,37; 1 Re 9,7; Ger 24,9; Sal 44,14; 79,4; Bar 2,4; 3,8.
CEI 1974 Tb3,4 Violando i tuoi comandi, abbiamo peccato davanti a te. Tu hai lasciato che ci spogliassero dei beni; ci hai abbandonati alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi.
Interconfessionale 3,5Certo, la tua condanna è giusta, Signore,
se ci fai scontare i nostri peccati:
abbiamo disubbidito ai tuoi comandamenti
e non ti siamo stati fedeli.
CEI 1974 Tb3,5 Ora, nel trattarmi secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi decreti, camminando davanti a te nella verità.
Interconfessionale Oggi fa’ pure di me quel che ritieni giusto,
fammi morire:
ordina che sparisca dalla faccia della terra
e diventi polvere.
Per me, infatti, è preferibile morire piuttosto che vivere.
Sono stato insultato a torto,
e questo mi procura un immenso dolore.
Liberami da questa angoscia, Signore,
e fammi passare al mondo eterno.
Non voltarmi la tua faccia, Signore!
Per me è appunto meglio morire,
che sopportare un’angoscia così grande
e sentirmi insultare per tutto il resto della mia vita».
Rimandi
3,6 fammi morire Nm 11,15; 1 Re 19,4. — diventi polvere Gn 3,19; Qo 12,7. — è preferibile morire piuttosto che vivere Gio 4,3.8; Gb 7,15. — Sono stato insultato Tb 2,14.
CEI 1974 Tb3,6 Agisci pure ora come meglio ti piace; dà ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. I rimproveri che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia tolto da questa prova; fà che io parta verso l`eterno soggiorno; Signore, non distogliere da me il volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia e così non sentirmi più insultare!".
Sventure e preghiera di Sara
Sara è insultata dalla serva

Interconfessionale Ma quello stesso giorno, anche qualcun altro doveva sentirsi rimproverare ingiustamente: era Sara, figlia di Raguele, che abitava a Ecbàtana, in Media.
Suo padre le aveva dato marito già sette volte. Ma ognuno di loro, prima ancora di unirsi a lei come si fa con una donna, moriva. Infatti veniva ucciso da Asmodeo, un demonio cattivo.
Ma quel giorno, una delle serve di suo padre le aveva detto: «Sei stata tu a uccidere i tuoi mariti! Ti sei già sposata con sette uomini, ma non hai portato il nome di nemmeno uno di loro.
Rimandi
3,7 Ecbàtana Gdt 1,1+.
3,7-8 sette volte 6,14; 7,11.
Note al Testo
3,7-8 Ma quello stesso giorno: ora il racconto prosegue dal punto di vista di un narratore anonimo (vedi 1,3 e nota). — Il nome Asmodeo richiama una parola ebraica che significa: colui che fa perire. — Sei stata tu a uccidere i tuoi mariti: il testo corto (vedi Introduzione) dice: Non ti accorgi che soffochi i tuoi mariti?
Interconfessionale 3,9Ora non maltrattarci più con il pretesto che i tuoi mariti sono morti. Vattene anche tu con loro all’altro mondo! Così non vedremo mai qualcuno che sia tuo figlio!».
CEI 1974 Tb3,9 Perché vuoi battere noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non abbiamo mai a vedere né figlio né figlia".
Interconfessionale Allora Sara, piena di tristezza, si mise a piangere. Poi salì al piano superiore nella stanza di suo padre con l’intenzione di impiccarsi.
Ma poi, riflettendoci, disse: «Dopo, maltratteranno mio padre. Gli diranno: “Avevi soltanto quella figlia carissima, ma lei si è impiccata per le sue disgrazie”. Sarebbe un dispiacere per mio padre e lo farei morire prima del tempo. Invece di togliermi la vita, è meglio che mi metta a pregare il Signore. Gli chiederò di farmi morire per non sentirmi più insultare tutto il resto della mia vita».
Rimandi
3,10 di farmi morire 3,6.13.
CEI 1974 Tb3,10 In quel giorno dunque essa soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l`intenzione di impiccarsi. Ma tornando a riflettere pensava: "Che non abbiano ad insultare mio padre e non gli dicano: La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure. Così farei precipitare la vecchiaia di mio padre con angoscia negli inferi. Farò meglio a non impiccarmi e a supplicare il Signore che mi sia concesso di morire, in modo da non sentire più insulti nella mia vita".
La preghiera di Sara

Interconfessionale In quell’istante, Sara stese le braccia dalla parte della finestra e si mise a pregare:
«Sii benedetto, Dio misericordioso!
Ti benedicano tutti gli uomini
e ti lodino sempre tutte le tue creature!
Rimandi
3,11 Sii benedetto 8,5.15; 11,14; 13,2.
Note al Testo
3,11 dalla parte della finestra: probabilmente il testo suggerisce che la finestra era rivolta verso Gerusalemme (vedi Daniele 6,11 e nota).
CEI 1974 Tb3,11 In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: "Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre.
Interconfessionale 3,12Verso di te io sollevo il mio volto
e fisso lo sguardo.
CEI 1974 Tb3,12 Ora a te alzo la faccia e gli occhi.
Interconfessionale Fammi lasciare questa terra,
perché non debba più sentire simili insulti.
Rimandi
3,13 Fammi lasciare 3,6. — sentire simili insulti 3,6.8-9.
CEI 1974 Tb3,13 Dì che io sia tolta dalla terra, perché non abbia a sentire più insulti.
Interconfessionale 3,14Tu, Signore, lo sai che sono vergine
e non ho mai peccato con nessun uomo.
CEI 1974 Tb3,14 Tu sai, Signore, che sono pura da ogni disonestà con uomo
Interconfessionale Non ho mai disonorato il mio nome
né quello di mio padre,
nella terra del mio esilio.
Sono l’unica figlia di mio padre,
che all’infuori di me non ha altri eredi.
Ormai tra i suoi fratelli o parenti
non c’è più nessuno che possa prendermi in moglie,
e per il quale io debba restare in vita.
Mi sono già morti sette mariti;
perché dovrei continuare a vivere?
Ma se tu non vuoi farmi morire,
ascolta gli insulti che mi fanno, o Signore!».
Rimandi
3,15 eredi Nm 27,8. — sette mariti 3,8.
Note al Testo
3,15 tra i suoi fratelli o parenti non c’è più nessuno: questa dichiarazione di Sara può essere compresa alla luce di Numeri 36,6-9, dove si dice che le figlie con diritto all’eredità devono sposarsi all’interno della cerchia familiare del padre, affinché l’eredità non passi da una tribù all’altra.
CEI 1974 Tb3,15 e che non ho disonorato il mio nome, né quello di mio padre nella terra dell`esilio. Io sono l`unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino, né un parente, per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guardami con benevolenza: che io non senta più insulti".
Dio esaudice la preghiera di Tobi e Sara
Dio esaudisce Tobi e Sara

Interconfessionale 3,16Nel medesimo istante, la preghiera sia di Tobi sia di Sara giunse al trono di Dio. Egli l’ascoltò
CEI 1974 Tb In quel medesimo momento la preghiera di tutti e due fu accolta davanti alla gloria di Dio
3,16 Raffaele, in ebraico, significa 'Dio guarisce': è un angelo che sta al cospetto di Dio (cfr. 5, 4. cfr. 12, 12-15 e svolge funzioni di intercessore e di soccorritore.)
Interconfessionale e mandò l’angelo Raffaele per curare i loro mali. Doveva far sparire le macchie dagli occhi di Tobi, perché lui potesse vedere di nuovo la luce, dono di Dio. Doveva anche liberare Sara, la figlia di Raguele, dal demonio maligno e darla in sposa a Tobia, il figlio di Tobi. Difatti Tobia aveva la precedenza su tutti quelli che aspiravano a sposarla.
Nello stesso istante in cui Tobi rientrò in casa sua dal cortile, Sara, la figlia di Raguele, scese dal piano superiore della casa di suo padre.
Rimandi
3,17 aveva la precedenza Tb 6,12-13; cfr. 3,15.
Note al Testo
3,17 Raffaele: il nome di questo angelo (vedi 5,4) significa: Dio guarisce.
CEI 1974 Tb3,17 e fu mandato Raffaele a guarire i due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio; a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e a liberarla dal cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia di sposarla, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava dal cortile in casa e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.