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Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - Tobia - 3

Tobia 3

La preghiera di Tobi

1Quelle parole mi fecero male e mi misi a piangere sconsolato. E tra le lacrime cominciai a pregare:
«Tu sei giusto, Signore,
ed è giusto tutto quel che fai.
Sei buono e fedele nei tuoi progetti
e sei giudice del mondo.
Rimandi
3,2 Tu sei giusto Dt 32,4; Sal 119,137; Esd 9,15; Ne 9,33; Suppl.Dn 3,27.31. — buono e fedele Sal 25,10.
Ma ora ricordati di me, Signore,
e guardami con bontà.
Non punirmi per i peccati e per le colpe
che io e i miei padri abbiamo commesso.
Rimandi
3,3 Ricordati di me… Sal 25,7. — io e i miei padri abbiamo commesso Sal 79,8.
Tu ci hai abbandonati
perché abbiamo disubbidito ai tuoi comandamenti.
E così siamo stati saccheggiati,
portati in esilio e messi a morte.
Siamo finiti derisi e insultati da tutti i popoli
in mezzo ai quali tu ci hai dispersi.
Rimandi
3,4 saccheggiati Esd 9,7. — derisi e insultati Dt 28,37; 1 Re 9,7; Ger 24,9; Sal 44,14; 79,4; Bar 2,4; 3,8.
5Certo, la tua condanna è giusta, Signore,
se ci fai scontare i nostri peccati:
abbiamo disubbidito ai tuoi comandamenti
e non ti siamo stati fedeli.
Oggi fa’ pure di me quel che ritieni giusto,
fammi morire:
ordina che sparisca dalla faccia della terra
e diventi polvere.
Per me, infatti, è preferibile morire piuttosto che vivere.
Sono stato insultato a torto,
e questo mi procura un immenso dolore.
Liberami da questa angoscia, Signore,
e fammi passare al mondo eterno.
Non voltarmi la tua faccia, Signore!
Per me è appunto meglio morire,
che sopportare un’angoscia così grande
e sentirmi insultare per tutto il resto della mia vita».
Rimandi
3,6 fammi morire Nm 11,15; 1 Re 19,4. — diventi polvere Gn 3,19; Qo 12,7. — è preferibile morire piuttosto che vivere Gio 4,3.8; Gb 7,15. — Sono stato insultato Tb 2,14.
Sara è insultata dalla serva

Ma quello stesso giorno, anche qualcun altro doveva sentirsi rimproverare ingiustamente: era Sara, figlia di Raguele, che abitava a Ecbàtana, in Media.
Suo padre le aveva dato marito già sette volte. Ma ognuno di loro, prima ancora di unirsi a lei come si fa con una donna, moriva. Infatti veniva ucciso da Asmodeo, un demonio cattivo.
Ma quel giorno, una delle serve di suo padre le aveva detto: «Sei stata tu a uccidere i tuoi mariti! Ti sei già sposata con sette uomini, ma non hai portato il nome di nemmeno uno di loro.
Rimandi
3,7 Ecbàtana Gdt 1,1+.
3,7-8 sette volte 6,14; 7,11.
Note al Testo
3,7-8 Ma quello stesso giorno: ora il racconto prosegue dal punto di vista di un narratore anonimo (vedi 1,3 e nota). — Il nome Asmodeo richiama una parola ebraica che significa: colui che fa perire. — Sei stata tu a uccidere i tuoi mariti: il testo corto (vedi Introduzione) dice: Non ti accorgi che soffochi i tuoi mariti?
9Ora non maltrattarci più con il pretesto che i tuoi mariti sono morti. Vattene anche tu con loro all’altro mondo! Così non vedremo mai qualcuno che sia tuo figlio!».
Allora Sara, piena di tristezza, si mise a piangere. Poi salì al piano superiore nella stanza di suo padre con l’intenzione di impiccarsi.
Ma poi, riflettendoci, disse: «Dopo, maltratteranno mio padre. Gli diranno: “Avevi soltanto quella figlia carissima, ma lei si è impiccata per le sue disgrazie”. Sarebbe un dispiacere per mio padre e lo farei morire prima del tempo. Invece di togliermi la vita, è meglio che mi metta a pregare il Signore. Gli chiederò di farmi morire per non sentirmi più insultare tutto il resto della mia vita».
Rimandi
3,10 di farmi morire 3,6.13.
La preghiera di Sara

In quell’istante, Sara stese le braccia dalla parte della finestra e si mise a pregare:
«Sii benedetto, Dio misericordioso!
Ti benedicano tutti gli uomini
e ti lodino sempre tutte le tue creature!
Rimandi
3,11 Sii benedetto 8,5.15; 11,14; 13,2.
Note al Testo
3,11 dalla parte della finestra: probabilmente il testo suggerisce che la finestra era rivolta verso Gerusalemme (vedi Daniele 6,11 e nota).
12Verso di te io sollevo il mio volto
e fisso lo sguardo.
Fammi lasciare questa terra,
perché non debba più sentire simili insulti.
Rimandi
3,13 Fammi lasciare 3,6. — sentire simili insulti 3,6.8-9.
14Tu, Signore, lo sai che sono vergine
e non ho mai peccato con nessun uomo.
Non ho mai disonorato il mio nome
né quello di mio padre,
nella terra del mio esilio.
Sono l’unica figlia di mio padre,
che all’infuori di me non ha altri eredi.
Ormai tra i suoi fratelli o parenti
non c’è più nessuno che possa prendermi in moglie,
e per il quale io debba restare in vita.
Mi sono già morti sette mariti;
perché dovrei continuare a vivere?
Ma se tu non vuoi farmi morire,
ascolta gli insulti che mi fanno, o Signore!».
Rimandi
3,15 eredi Nm 27,8. — sette mariti 3,8.
Note al Testo
3,15 tra i suoi fratelli o parenti non c’è più nessuno: questa dichiarazione di Sara può essere compresa alla luce di Numeri 36,6-9, dove si dice che le figlie con diritto all’eredità devono sposarsi all’interno della cerchia familiare del padre, affinché l’eredità non passi da una tribù all’altra.
Dio esaudisce Tobi e Sara

16Nel medesimo istante, la preghiera sia di Tobi sia di Sara giunse al trono di Dio. Egli l’ascoltò
e mandò l’angelo Raffaele per curare i loro mali. Doveva far sparire le macchie dagli occhi di Tobi, perché lui potesse vedere di nuovo la luce, dono di Dio. Doveva anche liberare Sara, la figlia di Raguele, dal demonio maligno e darla in sposa a Tobia, il figlio di Tobi. Difatti Tobia aveva la precedenza su tutti quelli che aspiravano a sposarla.
Nello stesso istante in cui Tobi rientrò in casa sua dal cortile, Sara, la figlia di Raguele, scese dal piano superiore della casa di suo padre.
Rimandi
3,17 aveva la precedenza Tb 6,12-13; cfr. 3,15.
Note al Testo
3,17 Raffaele: il nome di questo angelo (vedi 5,4) significa: Dio guarisce.

Rimandi

3,2 Tu sei giusto Dt 32,4; Sal 119,137; Esd 9,15; Ne 9,33; Suppl.Dn 3,27.31. — buono e fedele Sal 25,10.
3,3 Ricordati di me… Sal 25,7. — io e i miei padri abbiamo commesso Sal 79,8.
3,4 saccheggiati Esd 9,7. — derisi e insultati Dt 28,37; 1 Re 9,7; Ger 24,9; Sal 44,14; 79,4; Bar 2,4; 3,8.
3,6 fammi morire Nm 11,15; 1 Re 19,4. — diventi polvere Gn 3,19; Qo 12,7. — è preferibile morire piuttosto che vivere Gio 4,3.8; Gb 7,15. — Sono stato insultato Tb 2,14.
3,7 Ecbàtana Gdt 1,1+.
3,7-8 sette volte 6,14; 7,11.
3,10 di farmi morire 3,6.13.
3,11 Sii benedetto 8,5.15; 11,14; 13,2.
3,13 Fammi lasciare 3,6. — sentire simili insulti 3,6.8-9.
3,15 eredi Nm 27,8. — sette mariti 3,8.
3,17 aveva la precedenza Tb 6,12-13; cfr. 3,15.

Note al Testo

3,7-8 Ma quello stesso giorno: ora il racconto prosegue dal punto di vista di un narratore anonimo (vedi 1,3 e nota). — Il nome Asmodeo richiama una parola ebraica che significa: colui che fa perire. — Sei stata tu a uccidere i tuoi mariti: il testo corto (vedi Introduzione) dice: Non ti accorgi che soffochi i tuoi mariti?
3,11 dalla parte della finestra: probabilmente il testo suggerisce che la finestra era rivolta verso Gerusalemme (vedi Daniele 6,11 e nota).
3,15 tra i suoi fratelli o parenti non c’è più nessuno: questa dichiarazione di Sara può essere compresa alla luce di Numeri 36,6-9, dove si dice che le figlie con diritto all’eredità devono sposarsi all’interno della cerchia familiare del padre, affinché l’eredità non passi da una tribù all’altra.
3,17 Raffaele: il nome di questo angelo (vedi 5,4) significa: Dio guarisce.