Atti degli Apostoli 27
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AT ebraico
Inizia il viaggio di Paolo verso Roma
Interconfessionale
Quando decisero di farci partire per l’Italia, consegnarono Paolo e alcuni altri prigionieri a un ufficiale, un certo Giulio, che apparteneva al ∆reggimento imperiale.
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Salimmo a bordo di una nave della città di Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia d’Asia, e si partì. C’era con noi Aristarco, un cittadino macèdone, originario di Tessalonica.
Rimandi
27,2
Aristarco At 19,29+.
Note al Testo
27,2
Adramitto: città e porto della Misia, regione all’estremità nord-ovest dell’Asia Minore.
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Il giorno seguente arrivammo nella città di Sidone; qui Giulio gentilmente permise a Paolo di andare a trovare i suoi amici che lo ospitarono e lo circondarono di premure.
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Avevamo perso molto tempo. Era già passato anche il periodo del *digiuno ebraico d’autunno, ed era ormai ∆pericoloso continuare la navigazione. Paolo l’aveva fatto notare, dicendo ai marinai:
Note al Testo
27,9
digiuno ebraico d’autunno: in occasione della festa dell’Espiazione o del Kippur che si celebra in settembre (vedi Levitico 16,29). — pericoloso: la navigazione era interrotta da settembre a febbraio.
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«Io vedo che questo viaggio sta diventando molto pericoloso, non soltanto per la nave e il carico ma anche per tutti noi che rischiamo di perdere la vita».
La tempesta e il naufragio
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Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a prendere la scialuppa di salvataggio.
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Ora però vi raccomando di avere coraggio. Soltanto la nave andrà perduta: ma nessuno di noi morirà.
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Andremo a finire su qualche isola».
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Da due settimane noi ci trovavamo alla deriva nel mare Mediterraneo quand’ecco, verso mezzanotte, i marinai ebbero l’impressione di trovarsi vicino a terra.
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Allora Paolo disse all’ufficiale e ai soldati: «Se i marinai non restano sulla nave, voi non potrete mettervi in salvo».
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Per questo vi prego di mangiare: dovete farlo, se volete mettervi in salvo. Nessuno di voi perderà neppure un capello».
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Dopo queste parole Paolo prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e incominciò a mangiare.
Il naufragio
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Ma andarono a sbattere contro un banco di sabbia, e la nave si incagliò. Mentre la prua, incastrata sul fondo, rimaneva immobile, la poppa invece minacciava di sfasciarsi sotto i colpi delle onde.
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Gli altri fecero lo stesso, aiutandosi con tavole di legno e rottami della nave. In questa maniera tutti arrivarono a terra sani e salvi.