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Nova Vulgata - Vetus Testamentum - Isaiae - 6

Isaiae

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CEI 2008

Nova Vulgata 6 6,1In anno, quo mortuus est rex Ozias, vidi Dominum sedentem super solium excelsum et elevatum; et fimbriae eius replebant templum.
CEI 2008 Is Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio.
6,1-13  Investitura e missione di Isaia
 il re Ozia: morì verso il 740 a.C. Nei libri dei Re è chiamato Azaria.
Nova Vulgata 6,2Seraphim stabant iuxta eum; sex alae uni et sex alae alteri: duabus velabat faciem suam et duabus velabat pedes suos et duabus volabat.
CEI 2008 IsSopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava.
6,2  La parola serafini richiama una radice ebraica che significa “bruciare”; il fuoco è simbolo abituale della manifestazione divina.
Nova Vulgata 6,3Et clamabat alter ad alterum et dicebat:
 «Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus exercituum;
 plena est omnis terra gloria eius».

CEI 2008 IsProclamavano l'uno all'altro, dicendo:
"Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria".
6,3 Santo, santo, santo: la santità di Dio è il tema centrale del messaggio di Isaia. Il Dio di santità richiede la santità del popolo (vedi 1,4Lv 11,44-45). Signore degli eserciti: nome dato a Dio nell’AT per esaltarne la potenza e il dominio universale (vedi nota a Sal 24,10).
Nova Vulgata
6,4Et commota sunt superliminaria cardinum a voce clamantis, et domus repleta est fumo.

CEI 2008 Is6,4Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo.
Nova Vulgata
6,5Et dixi:

«Vae mihi, quia perii!

Quia vir pollutus labiis ego sum

et in medio populi polluta labia habentis ego habito

et regem, Dominum exercituum, vidi oculis meis».

CEI 2008 Is6,5E dissi:
"Ohimè! Io sono perduto,
perché un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli eserciti".
Nova Vulgata
6,6Et volavit ad me unus de seraphim, et in manu eius calculus,
quem forcipe tulerat de altari,

CEI 2008 Is6,6Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare.
Nova Vulgata 6,7et tetigit os meum et dixit:

«Ecce tetigit hoc labia tua,

et auferetur iniquitas tua,

et peccatum tuum mundabitur».

CEI 2008 Is6,7Egli mi toccò la bocca e disse:
"Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
perciò è scomparsa la tua colpa
e il tuo peccato è espiato".
Nova Vulgata
6,8Et audivi vocem Domini dicentis: «Quem mittam? Et quis ibit nobis?». Et dixi: «Ecce ego, mitte me».
CEI 2008 Is6,8Poi io udii la voce del Signore che diceva: "Chi manderò e chi andrà per noi?". E io risposi: "Eccomi, manda me!".
Nova Vulgata 6,9Et dixit: «Vade, et dices populo huic:

“Audientes audite et nolite intellegere,

et videntes videte et nolite cognoscere”.

CEI 2008 IsEgli disse: "Va' e riferisci a questo popolo:
"Ascoltate pure, ma non comprenderete,
osservate pure, ma non conoscerete".
6,9-10  Ascoltate pure: sono parole rivolte ai capi e alla maggioranza del popolo, che non accolgono l’invito alla conversione, così che l’appello di Dio provoca in loro un progressivo “indurimento”. E tuttavia il profeta deve perseverare nel suo annuncio. Nel NT i vv. 9-10 vengono citati come parola di Dio che si attua pienamente in Gesù e nella sua predicazione (Mt 13,14-15; Mc 4,12; Lc 8,10; Gv 12,40; At 28,26-27).
Nova Vulgata
6,10Pingue redde cor populi huius

et aures eius aggrava

et oculos eius excaeca,

ne forte videat oculis suis

et auribus suis audiat

et corde suo intellegat et convertatur

et sanetur».

CEI 2008 Is6,10Rendi insensibile il cuore di questo popolo,
rendilo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi,
e non veda con gli occhi
né oda con gli orecchi
né comprenda con il cuore
né si converta in modo da essere guarito".
Nova Vulgata
Et dixi: «Usquequo, Domine?». Et dixit:

«Donec desolentur

civitates absque habitatore,

et domus sine homine,

et terra relinquatur deserta».

11 Relinquatur – Lege cum Gr et Vg tiššā’ēr; TM «devastetur»
CEI 2008 Is6,11Io dissi: "Fino a quando, Signore?". Egli rispose:
"Fino a quando le città non siano devastate,
senza abitanti,
le case senza uomini
e la campagna resti deserta e desolata".
Nova Vulgata
6,12Et longe adducet Dominus homines,

et magna erit desolatio in medio terrae;

CEI 2008 Is6,12Il Signore scaccerà la gente
e grande sarà l'abbandono nella terra.
Nova Vulgata
6,13et adhuc in ea decimatio,

et rursus excisioni tradetur

sicut terebinthus et sicut quercus,

in quibus deiectis manebit aliquid stabile.

Semen sanctum erit id quod steterit in ea.

CEI 2008 IsNe rimarrà una decima parte,
ma sarà ancora preda della distruzione
come una quercia e come un terebinto,
di cui alla caduta resta il ceppo:
seme santo il suo ceppo.


6,13 Ritorna il tema del resto d’Israele. Vedi 1,9 e 10,20-23.