CEI 2008 - Nuovo Testamento - Altre Lettere - Giacomo - 2
Giacomo
2 Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. 2Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. 3Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: "Tu siediti qui, comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti là, in piedi", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello", 4non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?5Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? 6Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? 7Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: Amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene.
2,8
Citazione di Lv 19,18.
A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?
2,14-26
La fede e le opere
Giacomo dichiara morta (v. 17) una fede senza le opere e cita gli esempi di Abramo e Raab per dimostrare che la giustificazione si consegue mediante le opere. Paolo afferma invece che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede (Gal 2,16). In realtà non vi è contraddizione fra i due, perché la fede che Giacomo ritiene insufficiente è un semplice assenso dell’intelligenza a una verità innegabile. Quella di cui parla Paolo, invece, è una fede attiva, che si rende operosa per mezzo della carità (Gal 5,6). Così, le opere dichiarate da Paolo inefficaci, sono le opere della Legge compiute prima della fede (Gal 2,16); quelle che Giacomo proclama necessarie, sono le opere della carità conseguenti alla fede.
Giacomo dichiara morta (v. 17) una fede senza le opere e cita gli esempi di Abramo e Raab per dimostrare che la giustificazione si consegue mediante le opere. Paolo afferma invece che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede (Gal 2,16). In realtà non vi è contraddizione fra i due, perché la fede che Giacomo ritiene insufficiente è un semplice assenso dell’intelligenza a una verità innegabile. Quella di cui parla Paolo, invece, è una fede attiva, che si rende operosa per mezzo della carità (Gal 5,6). Così, le opere dichiarate da Paolo inefficaci, sono le opere della Legge compiute prima della fede (Gal 2,16); quelle che Giacomo proclama necessarie, sono le opere della carità conseguenti alla fede.
2,23
Citazione di Gen 15,6.
Note al testo