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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Sapienziali - Giobbe - 17

Giobbe

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AT ebraico

CEI 2008 17 Il mio respiro è affannoso,
i miei giorni si spengono;
non c'è che la tomba per me!
17,1-16 Accorato lamento di Giobbe
AT ebraico Gb17,1 רוּחִ֣י חֻ֭בָּלָה יָמַ֥י נִזְעָ֗כוּ קְבָרִ֥ים לִֽי׃
CEI 2008 17,2Non sono con me i beffardi?
Fra i loro insulti veglia il mio occhio.
AT ebraico Gb17,2 אִם־לֹ֣א הֲ֭תֻלִים עִמָּדִ֑י וּ֝בְהַמְּרוֹתָ֗ם תָּלַ֥ן עֵינִֽי׃
CEI 2008 17,3Poni, ti prego, la mia cauzione presso di te;
chi altri, se no, mi stringerebbe la mano?
AT ebraico Gb17,3 שִֽׂימָה־נָּ֭א עָרְבֵ֣נִי עִמָּ֑ךְ מִֽי ה֝֗וּא לְיָדִ֥י יִתָּקֵֽעַ׃
CEI 2008 17,4Poiché hai tolto il senno alla loro mente,
per questo non li farai trionfare.
AT ebraico Gb17,4 כִּֽי־לִ֭בָּם צָפַ֣נְתָּ מִּשָּׂ֑כֶל‪p‬ עַל־כֵּ֝֗ן לֹ֣א תְרֹמֵֽם׃
CEI 2008 17,5Come chi invita a pranzo gli amici,
mentre gli occhi dei suoi figli languiscono.
AT ebraico Gb17,5 לְ֭חֵלֶק יַגִּ֣יד רֵעִ֑ים וְעֵינֵ֖י בָנָ֣יו תִּכְלֶֽנָה׃
CEI 2008 17,6Mi ha fatto diventare la favola dei popoli,
sono oggetto di scherno davanti a loro.
AT ebraico Gb17,6 וְֽ֭הִצִּגַנִי לִמְשֹׁ֣ל עַמִּ֑ים וְתֹ֖פֶת לְפָנִ֣ים אֶֽהְיֶֽה׃
CEI 2008 17,7Si offusca per il dolore il mio occhio
e le mie membra non sono che ombra.
AT ebraico Gb17,7 וַתֵּ֣כַהּ מִכַּ֣עַשׂ עֵינִ֑י וִֽיצֻרַ֖י כַּצֵּ֣ל כֻּלָּֽם׃
CEI 2008 17,8Gli onesti ne rimangono stupiti
e l'innocente si sdegna contro l'empio.
AT ebraico Gb17,8 יָשֹׁ֣מּוּ יְשָׁרִ֣ים עַל־זֹ֑את וְ֝נָקִ֗י עַל־חָנֵ֥ף יִתְעֹרָֽר׃
CEI 2008 17,9Ma il giusto si conferma nella sua condotta
e chi ha le mani pure raddoppia gli sforzi.
AT ebraico Gb17,9 וְיֹאחֵ֣ז צַדִּ֣יק דַּרְכּ֑וֹ וּֽטֳהָר־יָ֝דַ֗יִם יֹסִ֥יף אֹֽמֶץ׃
CEI 2008 17,10Su, venite tutti di nuovo:
io non troverò un saggio fra voi.
AT ebraico Gb17,10 וְֽאוּלָ֗ם כֻּלָּ֣ם תָּ֭שֻׁבוּ וּבֹ֣אוּ נָ֑א וְלֹֽא־אֶמְצָ֖א בָכֶ֣ם חָכָֽם׃
CEI 2008 17,11I miei giorni sono passati, svaniti i miei progetti,
i desideri del mio cuore.
AT ebraico Gb17,11 יָמַ֣י עָ֭בְרוּ זִמֹּתַ֣י נִתְּק֑וּ מ֖וֹרָשֵׁ֣י לְבָבִֽי׃
CEI 2008 17,12Essi cambiano la notte in giorno:
"La luce - dicono - è più vicina delle tenebre".
AT ebraico Gb17,12 לַ֭יְלָה לְי֣וֹם יָשִׂ֑ימוּ א֝֗וֹר קָר֥וֹב מִפְּנֵי־חֹֽשֶׁךְ׃
CEI 2008 17,13Se posso sperare qualche cosa, il regno dei morti è la mia casa,
nelle tenebre distendo il mio giaciglio.
AT ebraico Gb17,13 אִם־אֲ֭קַוֶּה שְׁא֣וֹל בֵּיתִ֑י בַּ֝חֹ֗שֶׁךְ רִפַּ֥דְתִּי יְצוּעָֽי׃
CEI 2008 17,14Al sepolcro io grido: "Padre mio sei tu!"
e ai vermi: "Madre mia, sorella mia voi siete!".
AT ebraico Gb17,14 לַשַּׁ֣חַת קָ֭רָאתִי אָ֣בִי אָ֑תָּה אִמִּ֥י וַ֝אֲחֹתִ֗י לָֽרִמָּֽה׃
CEI 2008 17,15Dov'è, dunque, la mia speranza?
Il mio bene chi lo vedrà?
AT ebraico Gb17,15 וְ֭אַיֵּה אֵפ֣וֹ תִקְוָתִ֑י וְ֝תִקְוָתִ֗י מִ֣י יְשׁוּרֶֽנָּה׃
CEI 2008 17,16Caleranno le porte del regno dei morti,
e insieme nella polvere sprofonderemo?".


AT ebraico Gb17,16 בַּדֵּ֣י שְׁאֹ֣ל תֵּרַ֑דְנָה אִם־יַ֖חַד עַל־עָפָ֣ר נָֽחַת׃ ס